Welfare

Carcere: sportello lavoro a Rebibbia penale

Lo sportello C.I.L.O di Rebibbia offre un “servizio d'orientamento ed assistenza all’inserimento e reinserimento per detenuti o ex detenuti nel mercato del lavoro”.

di Riccardo Bonacina

COMUNE DI ROMA Assessorato alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale, per il Lavoro IL LAVORO IN CARCERE In carcere lavora meno del 20% della popolazione detenuta. Coloro che lavorano in carcere hanno una mercede pari a 2/3 della retribuzione prevista per analogo lavoro all?esterno. Spesso però il loro è un lavoro a turno, ossia sono impiegati un mese si, e molti no, oppure per 1 o 2 ore al giorno. La gran parte dei lavori svolti sono strettamente legati alla amministrazione domestica. La stessa denominazione delle qualifiche professionali, scopino, spesino, portavitto, è una chiara esemplificazione di come tali lavori non abbiano prospettive di riqualificazione professionale o di reinserimento socio-.lavorativo. Al fine di rivitalizzare l?apporto del privato, profit e non-profit, all?interno degli istituti di pena la legge Smuraglia del luglio 2000 ha tentato di aprire le maglie dell?ingresso in carcere a soggetti esterni che forniscano commesse di lavoro. L?incentivo è costituito dalla defiscalizzazione degli oneri sociali per coloro che assumono detenuti negli istituti di pena. In questi giorni è al parere della Commissione Lavoro delle Camere la bozza di regolamento governativo che individua i parametri e i contributi a favore delle imprese cooperative che intendono assumere detenuti. La bozza di regolamento prevede che tale contributo può arrivare sino ad un milione mensile a detenuto. IL CILO DI REBIBBIA PENALE Gli enti locali devono occuparsi di carcere. E? questo il senso dello sportello C.I.L.O. (Centro di iniziativa locale per l?occupazione) di Rebibbia che vuole offrire un ?servizio di orientamento ed assistenza tecnica all?inserimento e reinserimento per detenuti o ex detenuti nel mercato del lavoro?. Uno sportello che è già attivo in carcere e vuole ridurre il distacco fra carcere e società. Un distacco che produce a sua volta effetti di dis-orientamento. Lo sportello C.I.L.O. Rebibbia, istituito con delibera di giunta del 30 maggio 2001 è stato affidato dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche per le Periferie, per lo sviluppo locale, per il Lavoro, a seguito di apposita convenzione sottoscritta il 12 giugno alla società consortile Informagiovani, capofila della ATI con la società Soluzioni. Il consorzio Informagiovani a r.l. ha già gestito dal 1996 al 1999 i C.I.L.O. del Comune di Roma. La società Soluzioni si è occupata anche del decollo di cooperative composte da detenuti. L?oggetto della convenzione riguarda la costituzione di un servizio di orientamento ed assistenza tecnica all?inserimento e reinserimento per detenuti ed ex detenuti nel mercato del lavoro. La struttura fornisce informazioni, orientamento alle scelte e consulenze ai detenuti al fine di rafforzarne le capacità di autonomo inserimento al lavoro in collaborazione con la rete dei servizi per l?impiego e le sezioni circoscrizionali per l?impiego e per il collocamento agricoltura (SCICA). Il servizio vuole altresì orientare la domanda lavorativa verso centri specializzati nell?assistenza e nel collocamento, in collegamento con il provveditorato agli studi, i distretti scolastici,, i laboratori di quartiere interessati dall?amministrazione comunale. Cura, al momento della dimissione dei detenuti, la presentazione dell?utente ad uno degli sportelli presenti sul territorio, svolge l?analisi dei bisogni formativi e occupazionali, rileva le competenze individuali e le valorizza, fornisce informazioni sistematiche su percorsi di reinserimento specifici, tirocini e borse di studio, legislazione in materia di diritto del lavoro, pari opportunità, legislazione nazionale e regionale in materia di auto-imprenditorialità. Lo sportello intende valorizzarare quindi le capacità progettuali del detenuto e porsi quale soggetto canalizzatore di risorse. Il progetto prevede una struttura organizzativa composta da una direzione tecnica che sovrintende la gestione complessiva del progetto e da 4 operatori, due esperti di orientamento, un consulente di impresa e uno psicologo. Il progetto prevede una suddivisione in fasi: una fase preliminare, una fase di informazione e orientamento, percorsi specifici di orientamento, l?attivazione di laboratori di ricerca attiva sul lavoro, l?attivazione di laboratori di impresa e del servizio di documentazione. Ha avuto inizio il 16 luglio. Lo sportello, attivo in carcere, oggi già funziona per diciotto ore settimanali durante le quali esperti di orientamento svolgono colloqui mirati con i detenuti, cercando anche di scoprirne le capacità nascoste. Un locale esterno al carcere, che è stato attrezzato con computer, fax, stampante, fotocopiatrice, linea telefonica, internet, funzionerà da back office. In tale ufficio è stata installata la banca dati che contiene informazioni su: concorsi pubblici, siti lavorativi, esperienze significative nel campo della detenzione, avvisi pubblici, graduatorie di esami, contratti di formazione lavoro, corsi di formazione professionale, borse di studio, corsi di laurea e di specializzazione, tirocini e stage, gazzette ufficiali, offerte di lavoro. Ad oggi sono stati già svolti 40 colloqui individuali. Per 30 persone detenute è stato compilato il questionario. 5 sono gli stranieri che si sono rivolti allo sportello. 6 detenuti hanno manifestato l?intenzione di dar vita ad una propria attività imprenditoriale. La maggior parte di coloro che si sono rivolti allo sportello (66%) ha conseguito in carcere un diploma di scuola media superiore o di qualifica professionale, il 21% dispone di un titolo di scuola media inferiore, il 13% non ha concluso le scuole dell?obbligo. Le esperienze lavorative pregresse alla detenzione sono saltuarie e discontinue. Le aspirazioni professionali sono le più svariate.


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