Welfare

Carcere, sono 18mila i detenuti oltre la capienza di legge

Con l'indultino scarcerate solo 5.900 persone. Una scheda conla radiografia dell'universo carcere

di Stefano Arduini

È gia finito l’effetto “indultino”. Se nel 2003 c’era stato un calo delle presenze in carcere proprio in conseguenza del provvedimento, nell’anno appena trascorso il numero dei reclusi è tornato ad aumentare progressivamente sino a superare nuovamente quota 56 mila: nel dicembre scorso ha raggiunto la cifra di 56.406, a fronte di una capienza regolamentare di 43.523 posti.

Il che significa che dietro le sbarre ci sono 15 mila detenuti in più rispetto a quello che consentirebbero le strutture penitenziarie. Ma non è finita: nello scorso anno per effetto di lavori di ristrutturazione e per carenza di personale negli istituti penitenziari c’è stata un’ulteriore riduzione di 3.301 posti letto.

Tradotto in cifre, significa che complessivamente sono 18 mila i detenuti oltre la capienza. Il quadro emerge dalla relazione sull’amministrazione della giustizia del Ministero di via Arenula preparata per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2005 e pubblicata sul sito Internet. In particolare sono stati 5.900 a lasciare il carcere per effetto dell’indultino, mentre 881 i detenuti stranieri espulsi per effetto della legge Bossi-Fini.

Il 61 per cento della popolazione carceraria è rappresentato da condannati con sentenza definitiva, mentre il 37 per cento è imputato e il 2 per cento internato. La maggior parte di loro deve rispondere di reati contro il patrimonio (circa il 30 per cento del totale), di violazione della legge sulle armi (18 per cento) e sulla droga (16 per cento), di reati contro la persone (14 per cento). Nel 65 per cento dei casi i detenuti presenti hanno un’età compresa tra i 18 e i 39 anni. Il 43 per cento è analfabeta, o privo di titolo di studio o solo in possesso di licenza elementare.

E nell’89 per cento dei casi il grado di istruzione non supera la scuola media inferiore. Il lavoro per i detenuti resta un’eccezione: i fortunati sono 14.227 (il 25 per cento del totale), dei quali ben l’80 per cento presta la propria attività alle dipendenze dell’Amministrazione; si tratta per lo più di lavori domestici e di manutenzione ordinaria dei fabbricati. Gli stranieri rappresentano il 31 per cento e di loro ben il 20 per cento proviene da Paesi del nord Africa (Marocco, Tunisia, Algeria) e da paesi della penisola balcanica (Albania. Romania e ex Jugoslavia). Per 1.439 di nazionalità albanese, giudicati in via definitiva, si spera nel trasferimento in Albania per effetto di un accordo siglato con il Paese delle Aquile e che è appena entrato in vigore.

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