Welfare
Carcere. Segio e Cusani al Papa: “Torni a parlarne”
I due fondatori di Liberi Liberi: ''Il ministro Castelli persegue la politica dello struzzo, speriamo che il 14 novembre dal Papa alla Camera possano arrivare parole di solidarietà per i detenuti"
”Il ministro Castelli persegue nei confronti del problema carceri la politica dello struzzo, speriamo che il 14 novembre dal Papa alla Camera possano arrivare parole di solidarietà per i detenuti e la sollecitazione verso un provvedimento di clemenza del Parlamento, come è accaduto quanto il Pontefice ne parlo’ nella sua visita a Regina Coeli”. Ad auspicarlo sono Sergio Segio e Sergio Cusani che, commentando il no del ministro Castelli ad un’amnistia, tornano a sollecitare anche la ”porta stretta” dell’indulto, ”magari, per fugare i rischi della recidiva, accompagnato da quel piccolo ‘piano Marshall’ per il reinserimento sociale che, come cartello delle associazioni e del volontariato, proponemmo due anni fa, durante il Giubileo”. ”Come in questo periodo il ministro Castelli ha ricordato piu’ volte – ricordano Segio e Cusani – il sovraffollamento nelle carceri italiane è sempre più insostenibile. Rifiutare di prendere in considerazione la necessita’, se non l’opportunità, di una misura deflativa, e in specifico un provvedimento di amnistia-indulto, equivale a fare la politica dello struzzo”. Una politica che, secondo Segio e Cusani ”è sempre più pericolosa: non vedere il forte disagio che vivono gli operatori penitenziari e le gravi sofferenze che vivono i reclusi è un potente fattore di rischio, ben più reale dei supposti sobillamenti da parte di qualche parlamentare”. Ad esasperare la situazione, proseguono,”sono l’immobilismo politico e la disattenzione dell’amministrazione”. ”Il 14 novembre – concludono Segio e Cusani – Giovanni Paolo II si rechera’ davanti alle Camere riunite, dove terra’ una prolusione: un fatto inedito e storico, che forse non a caso venne sospeso dal Vaticano due anni fa, stante le mancate risposte del Parlamento al dramma delle carceri e alle parole del Pontefice. Il nostro auspicio e appello è che, di nuovo, il 14, possano arrivare quelle generose parole e sollecitazioni. Un provvedimento di amnistia-indulto, infatti, non sarebbe una ‘resa’ bensi’ la premessa per una nuova politica penale, più efficiente e soprattutto piu’ giusta verso i poveri e i piu’ deboli, giacché quella attuale garantisce a sufficienza i piu’ forti e chi ha potere. Ogni riferimento alle priorita’ di questo governo in materia di giustizia è, ovviamente, puramente casuale”.
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