Welfare

CARCERE. Se Caino aiuta Abele, il percorso formativo a Locri

In occasione della chiusura del laboratorio i risultati saranno presentati dagli stessi detenuti anche ai referenti dell'associazione Libera

di Redazione

Martedì 21 luglio alle ore 10 alla casa circondariale di Locri si concluderà il laboratorio formativo “Se Caino aiuta Abele” un percorso formativo che ha visto un gruppo di detenuti della media sicurezza confrontarsi sui temi della giustizia riparativa e del rapporto tra reato e vittime, un’occasione per favorire un processo di revisione di vita da parte di  soggetti che hanno pagato con il carcere gli errori commessi ma che si preparano a rientrare nella società libera più coscienti delle loro responsabilità personali e familiari
L’iniziativa è stata promossa dall’Ufficio di esecuzione penale esterna e dal Centro di servizi al volontariato dei due mari di Reggio Calabria in collaborazione con la direzione della casa circondariale di Locri. Il laboratorio  che si è sviluppato su 8 incontri è stato animato da un gruppo di assistenti sociali e da una psicologa particolarmente significativi sono stati gli incontri dei detenuti con alcuni  familiari  di vittime della criminalità e con i volontari.
Alla conclusione del percorso saranno presentati dai detenuti partecipanti i risultati del loro lavoro saranno presenti i responsabili della struttura penitenziaria, il direttore dell’Uepe Mario Nasone, l’assessore alle politiche sociali della provincia Attilio Tucci, i referenti dell’associazione Libera Stefania Grasso, Deborah Cartisano e Francesco Rigitano
L’evento si svolge alla vigilia della commemorazione di Lollo Cartisano , il fotografo di bovalino sequestrato e ucciso dalla ndrangheta. Sarà la figlia Deborah a raccontare ai detenuti cosa significa stare dalle parte delle vittime ma anche lanciare un messaggio di speranza per chi vuole uscire dalla illegalità e dalle mafie

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