Welfare

Carcere: rivolta a Regina Caeli

Quaranta dei 158 detenuti della quarta sezione di Regina Coeli che la notte scorsa hanno partecipato alla rivolta nel carcere romano, sono stati trasferiti nella prima sezione

di Redazione

Quaranta dei 158 detenuti della quarta sezione di Regina Coeli che la notte scorsa hanno partecipato alla rivolta nel carcere romano, sono stati trasferiti nella prima sezione. Questo perche’, ha spiegato il direttore del carcere Renato Tedesco, la scorsa notte hanno rotto e aperto le porte di legno delle loro celle. Gli atti di violenza, ha detto il direttore, sono cominciati con l’esplosione delle bombolette di gas dei fornelletti che hanno in dotazione i detenuti, poi sono state spaccate una quarantina di porte delle celle, rotti alcuni vetri e dato fuoco ad alcuni oggetti. Due detenuti, ha aggiunto il direttore, si sono autolesionati e sono stati medicati direttamente all’interno del carcere. La situazione attualmente e’ calma, ma per maggior sicurezza sono stati richiamati in servizio – chi dalle ferie, chi da altri istituti penitenziari come Rebibbia – una cinquantina di agenti in piu’. ”Ieri – ha detto Tedesco – c’erano mille detenuti, quando la situazione ottimale nell’istituto sarebbe di circa 600. E’ oggettivamente una situazione particolare quella del carcere di Regina Coeli, che gia’ dagli anni ’70 doveva essere chiuso, tanto che la protesta non e’ riuscita a coinvolgere, nonostante gli inviti, gli altri istituti del Lazio. Chi ha promosso la protesta e’ praticamente stato scavalcato”. Il direttore ha assicurato che non c’e’ stato alcun contatto ”tra gli agenti e i detenuti, i quali si sono ben guardati di dare fuoco o danneggiare l’interno delle loro celle” ed ha confermato che il ministro Castelli non ha parlato con i reclusi ”ma soltanto con noi operatori”. Sulla scintilla che ha fatto esplodere ieri sera la protesta, Tedesco si e’ limitato a dire: ”Stiamo accertando”. In tutto il Lazio attualmente i detenuti reclusi sono 5.500, ”quando in realta’ – ha concluso il direttore – le strutture potrebbero ospitarne circa un migliaio in meno”.


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