Welfare

Carcere, Prodi: sì alle misure alternative

Il premier al convegno nazionale sulla riforma penale: "È un impegno del programma di governo"

di Redazione

“Nel programma di governo ci siamo impegnati a valorizzare sanzioni diverse dalla detenzione carceraria”, attraverso un maggior utilizzo delle pene interdittive e prevedendo sanzioni come l’affidamento in prova. Romano Prodi interviene al 39esimo convegno nazionale sulla riforma penale promosso dal coordinamento delle associazioni di volontariato penitenziario presso l’Istituto Suore Maria Bambina. Il presidente del Consiglio parla dell’emergenza carceri e delle ”situazioni di estremo degrado, davvero disumanizzanti”, piu’ volte denunciate nel recente passato da ”chi nelle carceri, come voi volontari, ci lavora ogni giorno” e da chi, come i magistrati e i parlamentari, e’ tenuto a verificarne lo stato e la correttezza della gestione e del funzionamento. Il premier dice ”di aver appreso nel pomeriggio del suicidio di un recluso nel carcere di Rebibbia: e’ stato un avvenimento triste, che rimarca la drammaticita’ della situazione, le difficolta’ e le lacune del compito che il carcere deve svolgere”. Il Professore si rivolge ai volontari:”Dovete colmare le lacune dello Stato”. Poi sottolinea che, secondo la nostra Costituzione, il carcere deve servire innanzitutto al recupero del detenuto: ”La detenzione e’ la misura ultima tra quelle da adottare. E bisogna sempre garantire i diritti fondamentali del condannato. Il trattamento carcerario non e’ un parcheggio, ma un investimento sugli esseri umani”.


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