Welfare

Carcere: prime reazioni alla lettera del ministro

Parlano Cento (Verdi), Cola (An), Biondi (FI). Tutti d'accordo: le condizioni sono disumane, bisogna ammetterlo

di Benedetta Verrini

La miccia della lettera del ministro Castelli sulla situazione delle carceri è già accesa: cominciano ad arrivare reazioni dall’opposizione e dagli stessi colleghi della maggioranza. ”Il ministro Castelli scambia gli hotel delle vacanze estive per le carceri” ha dichiarato all’agenzia Asca il deputato dei Verdi, Paolo Cento, aggiungendo: “Perche’ il ministro Castelli non fornisce i dati sui detenuti che si suicidano nelle carceri italiane? E quanti sono malati gravemente, anche di Aids, e non hanno cure a sufficenza? Perche’ non dice che l’indultino, grazie anche alle modifiche restrittive apportate dal parlamento sotto la spinta dell’ostruzionismo della Lega, si risolvera’ in un nulla di fatto, con la scarcerazione di 6 o 700 detenuti?”. ”Le condizioni delle carceri sono ancora ai limiti del convivere civile della civilta’ europea”. Lo ha detto a Radio Radicale il parlamentare di An Sergio Cola, a sua volta intervistato sulla lettera del ministro. “A Poggio Reale, malgrado ci siano persone eccezionali, il direttore, il vicario, ci sono celle di 18-20 mq nelle quali sono ospitati fino a quattordici detenuti. Mi pare che questo Castelli lo debba sapere, e se non lo sa, lo sapra’ attraverso questa mia comunicazione. Autorizzare questo nel 2003 e’ una cosa indegna di un Paese civile. Per il 41 bis poi ci sono condizioni inumane”. ”Devo dire la verita’, dopo mezz’ora che sono in carcere mi viene l’istinto di fuga da come si sta male, anche quando siamo in una stanzetta con un imputato, per l’odore, il rumore, il casino che nel carcere determina un modo di vivere insopportabile”. Ha dichiarato, sempre a Radio Radicale, il vice presidente della Camera Alfredo Biondi. ”E’ vero che di queste magagne del carcere quando c’era il centrosinistra non ne parlava nessuno, salvo i Radicali, i Liberali e qualche anima bella – ha aggiunto Biondi -. Si potrebbe dire che le responsabilita’ sono comuni, e Castelli lamenta che ci si accorga di queste cose da quando c’e’ lui, in questo ha ragione”. ”Eccepire, come fa Castelli, che anche in America e nel resto dell’Europa la situazione e’ simile a quella dell’Italia non e’ una buona ragione perche’ un detenuto italiano debba vivere, come ho visto io nelle carceri dove mi sono recato, in modo tale da rendere la non vita carceraria una specie di pena accessoria difficilmente sopportabile – ha detto ancora Biondi.


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