Giustizia

Carcere, Nordio cerca psicologi. Antigone: «Si faccia spiegare quanto fa male»

Tredici suicidi in carcere nel solo mese di gennaio. Il programma del ministro della Giustizia per contrastare questo "intollerabile evento": «Un'azione di coordinamento con autorità sanitarie, enti locali e comunità terapeutiche, nuove assunzioni, un protocollo con il Consiglio dell'Ordine degli Psicologi». Patrizio Gonnella (presidente di Antigone): «Va bene assumere nuovi psicologi ma il carcere va ripensato nella sua modalità di esecuzione»

di Ilaria Dioguardi

Il Guardasigilli Carlo Nordio ha risposto al question time nell’aula del Senato. Tra le interrogazioni all’ordine del giorno, una presentata dal senatore Maurizio Gasparri e altri che riguarda l’aumento dei casi di suicidio in carcere. «I suicidi costituiscono un intollerabile evento al quale bisogna cercare in tutti i modi di porre rimedio. Per quanto riguarda l’aumento allarmante di questo mese, che speriamo venga invertito nei prossimi, non sappiamo le cause specifiche, sappiamo le cause generali, che sono il sovraffollamento, la disattenzione, delle difficoltà psichiche di alcuni individui», ha detto il ministro della Giustizia.

Nel solo mese di gennaio, sono stati 13 i suicidi negli istituti penitenziari italiani. «Vi elenco il nostro programma, sperando di ottenere dei risultati. Un’azione di coordinamento con le autorità sanitarie locali, con gli enti locali, con le comunità terapeutiche, in modo da individuare, sin dal momento dell’ingresso, quelle che sono le persone con determinate problematiche che possono condurre a una tendenza suicidaria. La seconda», ha continuato Nordio, «è impartire delle precise indicazioni ai provveditorati regionali e a tutte le direzioni degli istituti penitenziari per creare i presupposti per alleviare in via preventiva le situazioni di disagio delle persone che sono state individuate come persone “a rischio”. Poi sono stipulati (e questa è una novità) dei piani regionali di prevenzione ed è stata implementata un’importante collaborazione con gli Ordini degli Avvocati e soprattutto con i Garanti (dei diritti delle persone private della libertà personale, ndr)».

Protocollo con l’Ordine degli Psicologi

Nel programma illustrato dal ministro della Giustizia, anche la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, «per definire un diverso e più strutturato coinvolgimento degli esperti», ha continuato, «nel trattamento e nell’osservazione dei soggetti a rischio, e abbiamo anche rafforzato il budget per i loro compensi».
«Il ministro Nordio potrebbe chiedere a psicologi con esperienza quanto vivere nell’ozio in cella per 20 ore al giorno faccia male alla salute psicofisica», dice Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone. «Oggi siamo tornati a quel modello di detenzione. Così come spieghi Nordio a quei provveditori che hanno messo limiti pure ai pranzi collettivi di Natale che si tratta di misure vessatorie, che fanno anch’esse male alla salute delle persone e alla loro autostima. I protocolli servono, ma servono anche le pratiche rispettose della dignità umana», continua Gonnella.

Nuove assunzioni

Il Guardasigilli ha anche affermato che sono state fatte «delle assunzioni da parte del Ministero, nel comparto penitenziario, a titolo esemplificativo: 57 dirigenti hanno già preso servizio, per 224 funzionari giuridico-pedagogici è in corso la perfezione delle graduatorie». «Va bene anche assumere nuovi psicologi», commenta il presidente di Antigone, «ma il carcere va ripensato nella sua modalità di esecuzione».

Gruppo di lavoro sugli interventi suicidari

Il Guardasigilli ha affermato che «il 26 ottobre 2023 è stato costituito un gruppo di lavoro sugli interventi suicidari ed è emersa la pressante esigenza di rafforzare, anche qui, la formazione del personale. Noi ce la mettiamo tutta», ha concluso il ministro, «per cercare di limitare questo fenomeno che costituisce per tutti noi un fardello di dolore. Naturalmente, la prima fase sarebbe eliminare il sovraffollamento».

La foto in apertura è di Luigi Mistrulli per Agenzia Sintesi.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.