Welfare
Carcere, la soluzione è una nuova norma sul lavoro
Giuseppe Guerini, portavoce dell’Alleanza Cooperative Sociali: «Il nuovo Parlamento ed il nuovo Governo mettano mano immediatamente alla revisione delle norme sull’inserimento lavorativo»
di Redazione

«La cooperazione sociale è pronta a raccogliere l’appello del Presidente della Repubblica» questo il commento di Giuseppe Guerini, portavoce dell’Alleanza Cooperative Sociali e presidente di Federsolidarietà – Confcooperative, all’indomani della visita del Capo dello Stato al carcere di San Vittore a Milano.
«La soluzione sembra complessa mentre in realtà è a portata di mano. Valorizzare, pienamente, la funzione rieducativa della pena attraverso la formazione e il lavoro – aggiunge Guerini – eviterà all’Italia di essere condannata definitivamente dalla Corte Europea di Strasburgo da qui ad un anno. I numeri dimostrano che investire nell’inserimento lavorativo abbatte la recidiva dal 70% al 10%. Si evita che coloro che sono stati condannati, una volta scontata la pena, tornino a delinquere e a intasare il sistema giudiziario e gli istituti di pena».
«Un detenuto costa in media allo Stato circa 200 € al giorno. L’abbattimento della recidiva, con l’inserimento lavorativo, ripaga più che abbondantemente quanto investito per gli incentivi alle assunzioni. Per la cooperazione sociale e per il paese è prioritario – conclude Guerini – che il nuovo Parlamento ed il nuovo Governo mettano mano immediatamente alla revisione delle norme sull’inserimento lavorativo, sbloccando la proposta di legge che è ferma da oltre un anno per mancanza di copertura economica (il cui testo trovate in allegato)».
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