Welfare

Carcere: iniziativa trasversale per indulto

Riuniti dai radicali, Taormina e Biondi (Fi), Pisapia (Prc); Siniscalchi (Ds). D'Elia (Nessuno tocchi Caino): «Emergenza umanitaria»

di Giampaolo Cerri

Un tavolo trasversale per l’indulto. Si è riunito oggi nella sede dei radicali, raggruppando i parlamentari di vari schieramenti, firmatari dei provvedimenti di indulto: Carlo Taormina e Alfredo Biondi di Forza Italia, Giuliano Pisapia (Prc) e Vincenzo Siniscalchi (Ds), alla presenza di Sergio D’Elia e Daniele Capezzone, segretario dei Radicali. «Il provvedimento di indulto deve solo un punto di una strategia piu’ complessiva – ha detto Taormina – perche’ ritengo la situazione delle carceri la vera priorita’ del sistema giustizia. Una realta’ di grande disumanita’. Non e’ un provvedimento ‘sfollacarcere’, anzi puo’ essere anticrimine, visto che tutte le proposte contengono il principio secondo cui chi ha goduto dell’ indulto, se nei successivi anni commette lo stesso o altri reati, sconta anche la pena condonata. Da un punto di vista parlamentare, credo che avremo piu’ problemi dentro la maggioranza che dall’ opposizione, visto che Alleanza Nazionale ha gia’ detto no alla proposta, ma so che molti invece sono d’ accordo». ”Da oltre 10 anni non c’e’ in Italia un provvedimento di clemenza – ha sostenuto Pisapia – che e’ previsto dalla Costituzione. E sono pronto a ritirare la mia proposta di amnistia, se si riesce a trovare l’ accordo sull’ indulto. Peraltro, con le scarcerazioni previste, lo Stato risparmierebbe oltre 1.900 miliardi di lire l’ anno, somme da poter utilizzare per le strutture alternative al carcere. C’e’ poi, se non passasse l’ indulto, la proposta del sen. Buemi (Sdi) di una sospensione della pena per cinque anni, e se il condannato non commette altri reati, allora il reato si estingue”. ”Una proposta, quella della sospensione della pena, che preparai da ministro della giustizia, nel 1994 – ha ricordato Biondi – e che dovrebbe ancora esistere in qualche cassetto del ministero. E’ necessario un provvedimento di clemenza, per le attuali condizioni di vita nelle carceri, che assomigliano ad una pena accessoria”. «D’ accordo sull’ indulto – ha spiegato Siniscalchi, che proprio oggi dovrebbe depositare una sua proposta, insieme a Pietro Folena – per poi tornare a varare le riforme del sistema penitenziario». «Bisogna trovare una sede per poter parlare, insieme, per risolvere una situazione ormai insostenibile – ha detto Sergio D’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino e esponente radicale – e’ una emergenza umanitaria. Sono convinto che un giorno di carcere vissuto oggi equivale a tre o quattro di dieci anni fa, per le condizioni di vita dentro le carceri. E non serve solo a far uscire dal carcere alcuni detenuti, ma serve a farli comportare bene, con la norma sui recidivi, cosa che conviene a tutti». Le proposte depositate in parlamento prevedono «un indulto nella misura non superiore a tre anni per le pene detentive», beneficio «revocato di diritto se chi ne ha usufruito commette, entro cinque anni dalla data di entrata in vigore della legge, un delitto non colposo per il quale riporti una condanna a pena detentiva non inferiore ai due anni (sei mesi nella proposta di Pisapia)».


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