Welfare
Carcere. Il caso-scuola del consorzio Rebus. Comè dolce battere la recidiva
Panettoni e alta moda. Call center e cartotecnica. A Padova sono 85 i detenuti con un lavoro vero. "Un piccolo miracolo", secondo il capo del Dap, Ferrara.
"Ho ereditato una situazione difficile per quanto riguarda le carceri. E alla fine di ogni giornata mi chiedo se concretamente ho fatto qualcosa per migliorarla. Stasera posso dire di non aver perso tempo venendo a Padova: perché è sotto gli occhi di tutti un piccolo miracolo". Non ha usato mezzi termini il capo del Dipartimento dell?amministrazione penitenziaria, Ettore Ferrara a chiusura della breve visita al carcere Due Palazzi dopo aver conosciuto da vicino la realtà del consorzio Rebus. Dal laboratorio di pasticceria e di cucina a quello dei manichini per l?alta moda e di cartotecnica, all?assemblaggio di componenti per valigeria e per gioielleria al call center, in questi anni il consorzio ha fatto fiorire un insieme di opportunità che danno lavoro a 85 detenuti. Già, il lavoro: per Rebus è l?unico strumento efficace per reintrodurre i detenuti nella società e combattere la recidiva, ovvero il ritorno a delinquere. «È questo lo scopo della nostra attività», spiega il presidente Nicola Boscoletto, «abbiamo trovato un motto che ben riassume quello che dovrebbe essere la funzione del carcere. Risale al 1951 ed era scritto all?ingresso della casa penale di Noto: ?Vigilando redimere?». L?attività del consorzio è ormai oggetto di studio: molte carceri italiane vogliono conoscerla meglio, addirittura arrivano richieste dall?estero. Il perché è sempre è quello: il crollo del tasso di recidiva. Anche per Ferrara è una risposta vincente: «La popolazione carceraria è per il 37% composta da stranieri che in larga misura sono soggetti privi di qualunque sostegno: attraverso esperienze come questa offriamo l?opportunità di combattere il disagio sociale, cosa che vale anche per gli italiani. Credo infatti che la vera prevenzione al crimine cominci all?interno del carcere». Ma Ferrara non è stato il solo ospite illustre del consorzio Rebus. Accanto a lui il gastronauta Davide Paolini che ha raccontato la sua sorpresa nel sapere che «il più buon panettone che ho mai assaggiato veniva fatto all?interno di un carcere». Il carcere, ovviamente, è quello dei Due Palazzi e la pasticceria è quella gestita dal consorzio Rebus, già premiata dall?Accademia della Cucina con il prestigioso Piatto d?Argento. Un panettone così buono che sarà partner di Paolini in una sfida davvero singolare: offrirlo anche a Ferragosto, magari accompagnato con il gelato. «Io sono un cultore del panettone: perchè gustarlo solo a Natale?" E, almeno per questa volta, pazienza se si è recidivi…
Per saperne di più: <a href="http://www.rebus.coop">Rebus</a>
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