Welfare

CARCERE. Detenuto suicida a Milano

Aveva 28 anni, si è impiccato nella sua cella a San Vittore. "Avevamo già segnalato il rischio che accadesse, ma non è stato adeguatamente sorvegliato", denuncia la senatrice radicale Poretti, che avvia un'interrogazione al ministero

di Daniele Biella

Ennesima tragedia in carcere. “Luca Campanale, un detenuto di 28 anni, si è ucciso la notte del 12 agosto scorso impiccandosi alla finestra del bagno della sua cella nel carcere di San Vittore a Milano. A nulla sono valse le preoccupazioni, gli appelli, le istanze di trasferimento, mossi nel tempo dai genitori del ragazzo e dal legale di famiglia, che ha anche inviato un rapporto al Garante dei Diritti dei detenuti della Provincia di Milano”.A denunciare l’accaduto, direttamente dal suo blog, la senatrice del Partito radicale Donatella Poretti.

“Luca era, dall’età di diciassette anni quando scampò a un incidente stradale, in una condizione di patologia psicologica accertata da tutte le perizie prodotte anche in sede processuale, tale da portarlo a due precedenti tentativi di suicidio, a due trattamenti sanitari obbligatori, alla dipendenza da alcol e cocaina con numerosi ricoveri in comunità terapeutiche”, continua Poretti. “La storia di Luca, condannato per due rapine, ci è stata raccontata, con amarezza, dal padre del ragazzo in un messaggio inviato sul mio sito Internet, al quale rispondo con ciò che da parlamentare per il momento posso fare: un’interrogazione al  ministro della Giustizia”.

La senatrice ha preparato il testo dell’interrogazione (clicca qui per leggerla) con il senatore Marco Perduca: quello che i due politici chiedono è “perché, nonostante ogni documentazione e perizia psicologica su Luca Campanale rilevassero l’estrema delicatezza del suo stato psicologico e il pericolo che commettesse atti suicidi, nonostante le raccomandazioni e le preoccupazioni espresse nelle lettere alle Direzioni sanitarie degli istituti di pena da parte del padre Michele e del legale di famiglia (compresa un’istanza di trasferimento e urgente ricovero presso un’idonea struttura sanitaria, rigettata dal Tribunale di Milano), il ragazzo fosse invece tenuto in una cella nel carcere milanese senza adeguate misure di sorveglianza e senza che a lui fosse prestata vigilanza particolare”. Poretti e Perduca si rivolgono al ministro Angelino Alfano anche per chiedergli se il suo ministero “non intenda indagare per verificare eventuali responsabilità o negligenze professionali da parte dei dirigenti e del personale che rispondono dell’incolumità dei detenuti”.

 


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