Welfare

Carcere: detenuto ottiene domiciliari, deve fare il “mammo”

La vicenda riguarda un anarchico che doveva scontare un condanna definitiva a tre anni e dieci mesi

di Gabriella Meroni

Condannato con sentenza definitiva a scontare un residuo pena di tre anni e dieci mesi di reclusione per rapina, si costituisce in carcere e ottiene gli arresti domiciliari perche’ deve fare il “mammo”. E’ la vicenda capitata a Carlo Tesseri, anarchico di 39 anni, che lo scorso 20 aprile si e’ visto confermare dalla Cassazione la decisione presa dai giudici della corte d’assise d’appello della Capitale a conclusione del processo sull’organizzazione rivoluzionaria anarchica che ruotava intorno a un gruppo romano. Padre di una bambina di sette mesi, Tesseri, tramite l’avvocato Luca Petrucci, ha presentato al tribunale di sorveglianza di Firenze istanza di detenzione domiciliare, “ai sensi dell’articolo 47 ter dell’Ordinamento penitenziario perche’ la pena inflitta rientra nei limiti fissati dalla legge 375/1975”. Ai giudici ha spiegato che la figlia “necessita dell’assistenza e della vicinanza giornaliera di almeno uno dei genitori, non avendo alcun congiunto che possa prendersi cura della stessa”. Tesseri, infatti, e’ disoccupato, mentre la moglie, Cristina Lo Forte, 40 anni (coinvolta, ma assolta, nell’ambito della stessa vicenda giudiziaria), e’ impiegata dal 6 aprile presso una ditta a Montecatini Terme e, vista “la precaria situazione economica della famiglia Tesseri”, non puo’ “rinunciare al suo lavoro per dedicarsi alla bambina”. Non solo, ma la famiglia Tesseri – si legge ancora nel documento – “non dispone di alcuna forma di sostegno, neanche da parte di parenti che possano occuparsi della bambina negli orari in cui la madre lavora”. Il padre, dunque, “risulta essere l’unica persona” in grado di accudire la piccola. L’avvocato Petrucci ha fatto anche presente ai giudici che Tesseri aveva gia’ usufruito in precedenza della misura alternativa della detenzione domiciliare, disposta dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna nel settembre del 2000, e “rispettato sempre gli obblighi imposti. E in questi anni ha tenuto una regolare condotta di vita occupandosi del lavoro e della famiglia”.


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