Welfare

Carcere: detenuti al lavoro, polemica tra Dap e Antigone

Nel 2002 sono aumentati del 7% i detenuti impiegati. Il Dap sbandiera un aumento del lavoro tra i detenuti che nella realta' e' irrisorio''. dice Antigone

di Redazione

Nel 2002 sono aumentati del 7% rispetto all’anno precedente (da 564 a 626) i detenuti impiegati alle dipendenze dell’ Amministrazione penitenziaria in attivita’ di tipo industriale e dell’11% quelli che lavorano presso aziende agricole ( da 383 a 436). Mentre resta ancora scarso il ricorso delle imprese alla legge Smuraglia, che prevede agevolazioni fiscali e contributive per chi assume detenuti: in due anni ne hanno usufruito 120 tra cooperative e aziende, dando lavoro a circa 400 detenuti in 41 istituti. E’ il quadro che emerge dalla relazione al Parlamento sul lavoro in carcere del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Non sono aumentati invece i posti di lavoro non qualificati all’interno delle carceri, a causa dell’ ”insufficiente assegnazione di fondi” .Secondo i dati del Dap sono infatti poco piu’ di 10 mila – su una popolazione totale di 55.670 reclusi- i detenuti addetti a lavori domestici o non qualificati (9.302, erano 9.893 nel 2001) o alla manutenzione ordinaria del fabbricato (840, erano 813 del 2001) alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria. ”Il Dap sbandiera un aumento del lavoro tra i detenuti che nella realta’ e’ irrisorio”. A sostenerlo e’ il presidente dell’associazione ‘Antigone’, Stefano Anastasia. ”La legge Smuraglia che prevede agevolazioni fiscali e contributive per chi assume detenuti – spiega Anastasia – non e’ stata pubblicizzata adeguatamente tra le imprese e comunque, data la scarsita’ dei fondi, non prevede che poche decine di contratti defiscalizzati”. Per quanto riguarda poi i detenuti impiegati all’interno degli istituti di pena, il presidente di ‘Antigone’, rileva come ”quei circa 10 mila posti di lavoro assegnati a rotazione sono diventati assolutamente inadeguati rispetto ad una popolazione cresciuta esponenzialmente ed arrivata a quasi 56 mila persone”. Secondo Anastasia sarebbe necessario, invece, ”incentivare soprattutto il lavoro esterno con adeguati investimenti e finanziamenti”.


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