Welfare

Carcere, dal 18/10 riprende protesta pacifica di detenuti

L'appello dell'Associazione Nazionale Giuristi Democratici: "E' necessario dare risposte concrete a quel grido di dolore"

di Stefano Arduini

”ll 18 ottobre ricomincia la protesta pacifica dei detenuti nelle carceri italiane. La richiesta di attenzione al tema generale delle condizioni di vita carceraria, avanzata in questa occasione in particolare dalla associazione Papillon, merita ascolto da parte della collettivita’ e un mutamento di prospettiva politica capace di incidere davvero sui fenomeni che determinano il continuo aumento della popolazione detenuta e il peggioramento inevitabile delle modalita’ di detenzione”. Lo sottolinea un comunicato dell’Associazione Nazionale Giuristi Democratici. I giuristi democratici ricordano ”come la legge Bossi-Fini (ma anche la precedente normativa, sia pure in misura piu’ contenuta), da una parte, e la legislazione in tema di stupefacenti, per ragioni diverse, rappresentano i principali meccanismi normativi che determinano il riempimento delle carceri di immigrati e di tossicodipendenti” e che ”finche’ non si interverra’ sul meccanismo di ingresso delle persone migranti,evitando di destinarle ad un futuro certo di illegalita’ se non regolari al momento dell’ingresso nel territorio italiano, il flusso migratorio rendera’ sempre piu’ drammatico il carcere”. ”Per migliaia di detenuti la pena non potra’ mai essere tesa al reinserimento sociale, ma solo all’esclusione – aggiungono – E al sovraffollamento non ci sara’ altro rimedio se non la costruzione di un numero indeterminato di nuove carceri, magari con gestione privata delle stesse. Sotto altro profilo, la presenza massiccia di detenuti tossicodipendenti evidenzia la necessita’ di interventi coraggiosi, che sperimentino la possibilita’ di scelte alternative, quali la liberalizzazione delle droghe leggere e la somministrazione controllata di sostanze quali l’eroina, nel tentativo, che pero’ e’ ineludibile, di spezzare il legame tra il consumo del narco-traffico e le organizzazioni criminali. E poi ci sono immediati e urgenti interventi concreti da realizzarsi, in tema di sanita’ penitenziaria, di aumento degli organici del personale, la costruzione di alloggi per ex-detenute e detenuti, per coloro che possono beneficiare di misure alternative, la costruzione di una rete di opportunita’ e protezione sociale che permetta di utilizzare al meglio le misure alternative alla detenzione. E, infine, il tanto atteso e promesso provvedimento di clemenza, che andrebbe approvato per il solo fatto di essere stato assicurato piu’ volte alle persone detenute. Ma con l’avvertenza che un provvedimento di tal natura non e’ un rimedio, e che in assenza di altri e piu’ strutturati interventi in poco tempo tutto tornerebbe come prima”.


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