Welfare

Carcere, chiude l’associazione “Sos carcere e giustizia”

"Sono stanco, demotivato e senza aiuti concreti", ha spiegato il fondatore Antonio Santoiemma

di Stefano Arduini

“Le istituzioni sono assenti nelle periferie dove i giovani incontrano più facilmente il crimine e non sono interessate a intervenire seriamente nel mondo carcerario dove le violenze e le istigazioni al suicidio sono in crescita”. Lo ha affermato Antonio Santoiemma, 54 anni di cui 15 di penitenziario alle spalle, fondatore dell?associazione SOS carcere e Giustizia. Dopo otto di lavoro nel campo della solidarietà l?ente ha chiuso. “Sono stanco, demotivato e senza aiuti concreti – ha spiegato in conferenza stampa -. Le vittime non solo i carcerati, basta pensare ai tagli alla sanità carceraria, ma anche le guardie. C?è la volontà ministeriale e dei dirigenti di far passare la linea dura, di trasferire chi denuncia maltrattamenti o condizioni di vita orribili”. Santoiemma, che oggi vive onestamente lavorando come idraulico ed elettricista senza negare “un passato balordo”, ha comunque deciso di fondare una cooperativa sociale per persone svantaggiate. Ma il suo chiodo fisso rimane la condizione dei detenuti: “se non si dà loro un lavoro vero tutto si trasforma in chiacchiera, ma le istituzioni cittadine sono assenti”.


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