Welfare

Carcere. Casini: “M’impegno a far votare il Parlamento”

Il presidente della Camera presenzia a Milano alla festa-concerto di Natale dei detenuti di San Vittore. Contrario il ministro Castelli. Duri i detenuti: "Non illudeteci ancora"

di Ettore Colombo

”Io non posso dirvi come voterà il Parlamento, ma vi posso assicurare che voterà”. Segue boato. Pier Ferdinando Casini decide di impegnarsi in prima persona con i detenuti del carcere di San Vittore a proposito di un possibile imminente provvedimento di indulgenza delle Camere. Lo ha fatto nel corso della visita che ha compiuto ieri nel principale carcere di Milano, accompagnato dal direttore dell?istituto di pena, il dottor Luigi Pagano, oltre che a molte altre autorità e seguito da un infinito codazzo di giornalisti che hanno potuto assistere, nel raggio centrale di San Vittore, al concerto organizzato da Radio Italia per festeggiare il Natale dei detenuti e in musica grazie a Roberto Vecchioni, Viola Valentino e Ivana Spagna (doveva esserci anche Gatto Pancieri, ma mancava perché malato, pare). Casini, che già l?altro ieri aveva già “imposto” alla conferenza dei Capigruppo della Camera di affrontare il tema dell’indulto, da dibattere in aula subito dopo le feste natalizie, ha fortemente voluto questa visita in un luogo simbolo del sovraffollamento carcerario (?Non è la prima volta e non la sarà l?ultima, che vengo in carcere?, ha detto ai giornalisti), realtà negata dal ministro di Giustizia Roberto Castelli, il quale non a caso ha voluto ?accompagnare? (o forse sarebbe meglio dire ?scortare??) il presidente della Camera. A latere dell?incontro, inoltre, il presidente Casini pare abbia anche incontrato i due promotori della proposta di indulto e amnistia Segio e Cusani, fondatori dell?associazione ?Liberi Liberi? e che già hanno fatto infuriare il ministro più volte, sia in televisione che al congresso dell?Udc, quando hanno fatto leggere al sottosegretario Vietti un loro appello. ”Credo – ha detto nel suo discorso Casini, tra gli applausi scroscianti dei detenuti, i quali hanno invece accolto con freddezza l?intervento di Castelli, che seguiva a quello di Pagano – che bisogna esprimere gratitudine per le parole pronunciate dal Papa il 14 novembre nella sua visita al Parlamento: nessuno può più ignorare o sottovalutare il degrado e l’inadeguatezza che purtroppo caratterizzano molti dei nostri istituti di pena”. Casini, dunque, ha raccolto con forza l’appello dei detenuti ? di molti ha anche visitato le celle – quell’appello che ieri si è concretizzato in una lettera aperta promossa dal ?gruppo di lavoro? dei detenuti di San Vittore, una trentina di condannati a pene definitive che lavorano fianco a fianco dell?amministrazione penitenziaria per migliorare la vita di tutti. “Che sia messa la parola fine al crudele dibattito sull’indulto. La parola fine, qualunque essa sia?, aveva infatti quasi implorato a voce alta, leggendone il testo, uno di loro, Dino Tachini, poco prima, con la voce rotta dall?emozione: Siamo maturi per accettare l’una o l’altra cosa, ma l’incertezza uccide e non è una metafora: nel senso letterale del termine”. Castelli, però, nella sua freddezza ?lùmbard? non è sembrato particolarmente colpito dalla supplica ed ha invece colto l’occasione per ribadire, ?nel rispetto del ruolo del Parlamento?, la sua personale contrarietà ad ogni forma di clemenza legislativa: ?Quello che il ministro può e deve fare è garantire il funzionamento dei penitenziari e assicurare condizioni dignitose di vita ai detenuti e di lavoro agli operatori., in particolare ad agenti e poliziotti”. Castelli sostiene che sul problema si fa solo allarmismo: ”Le voci di carceri che esplodono e di carceri invivibili in realtà spessissimo sono solo strumentalizzazioni contro il governo?. A questo punto lo scontro si sposta a Roma, dove si sta ancora cercando un punto di compromesso in Commissione Giustizia Camera. La proposta di legge Buemi-Pisapia (il cosiddetto indultino) non piace a Lega e An. E solo se verrà limata in aspetti sostanziali riuscirà ad avere il consenso dei Ds, di Forza Italia e della Margherita. Tutti gli altri partiti sono invece già favorevoli. Compresi quei Radicali che fanno lo sciopero della fame da sei giorni e che vorrebbero che si discutesse il provvedimento già durante le feste di Natale.


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