Welfare

Carcere: a Rebibbia protesta anti Veltroni

Pubblichiamo il comunicato dell'associazione Papillon del carcere romano che denuncia il sindaco: "Ci prende in giro da tre anni"

di Stefano Arduini

VELTRONI E MINELLI, DA OLTRE TRE ANNI CI STATE PRENDENDO IN GIRO. VERGOGNATEVI! Chi scrive è l?Associazione Culturale Papillon-Rebibbia, che con 4500 iscritti e con oltre 120 iniziative culturali già svolte lavora ogni giorno per costruire un ideale ponte tra la drammatica realtà delle carceri italiane e i liberi Cittadini, in primo luogo quelli che oltre ai tanti problemi del lavoro, del salario, delle pensioni, della casa, ecc., vivono anche con la paura quotidiana di essere vittime di un reato. La funzione positiva svolta dalla nostra associazione è stata più volte riconosciuta dalle Istituzioni Culturali e politiche a tutti i livelli, come ad esempio le Commissioni Giustizia della Camera e del Senato, Università, Istituti di Ricerca, Biblioteche pubbliche e private, oltre a molte Regioni, Province e Comuni. Purtroppo, tra questi ultimi è colpevolmente assente il Comune di Roma, il quale per qualche misteriosa ragione sembra ignorare l?attività e le esigenze della più grande associazione di detenuti esistente in Italia. Non per caso, oltre a non usufruire di alcun sostegno economico da parte del Comune, la nostra Associazione è presa in giro da oltre tre anni dagli uffici dell?Assessorato al patrimonio ai quali si è più volte rivolta per ottenere l?assegnazione di spazi pubblici dove poter fare Cultura, dialogare con i Cittadini e organizzare attività formative e lavorative. Noi non siamo più disposti a tacere davanti ad una sorta di ?spettacolarizzazione? delle attività comunali, dietro allle quali il più delle volte c?è il vuoto tipico dell?ipocrisia. A questo punto, siamo stati costretti a portare la nostra voce fin dentro L?Assessorato al patrimonio, con la speranza che nella Giunta e nel Consiglio Comunale ci sia ancora qualcuno che sappia dire NO al clientelismo nella gestione di quella parte del patrimonio pubblico destinato alle attività sociali e culturali. Nelle prossime settimane proseguiremo nelle occupazioni fino a quando non avremo risposte chiare e soprattutto concrete. VOGLIAMO SPAZI PUBBLICI DOVE FARE CULTURA, DIALOGARE CON I CITTADINI E ORGANIZZARE ATTIVITA? FORMATIVE E LAVORATIVE, SENZA DOVER PASSARE ATTRAVERSO LA GOGNA DEL CLIENTELISMO!


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