Welfare

Carcere: a Rebibbia ancora un morto

La denuncia dell'Associazione Culturale Papillon-Rebibbia

di Redazione

La mattina di venerdì 6 settembre 2002, al secondo piano del reparto G11 è morto, forse per infarto, l?amico Stefano Pirani. Stefano soffriva di cuore e aveva necessità di essere sottoposto alla ?ossigeno terapia?, ma a nulla sono valse le sue continue richieste e proteste. Adesso forse qualcuno si convincerà che Stefano non stava ?bleffando?, era veramente malato e forse non era poi così difficile diagnosticare anche la sua incompatibilità con le delizie di una detenzione sofferta in regime di enorme sovraffollamento e con una sanità penitenziaria che garantisce ben poco. Anche in questo caso, noi ci auguriamo che gli uffici competenti del Ministero e della Procura verifichino se esistono responsabilità specifiche da parte dell?area sanitaria di Rebibbia nuovo complesso. Questo sarebbe forse il modo migliore per dimostrare che le carceri non sono dei feudi, dove ?Lor Signori? possono fare e disfare a loro piacimento senza mai rendere conto a nessuno, bensì sono luoghi dentro i quali deve essere rispettata la Legge e in primo luogo devono essere rispettate e salvaguardate la vita e la dignità dei Cittadini detenuti. Per la nostra Associazione e per tutti i detenuti che si apprestano ad iniziare una pacifica protesta lunedì 9 settembre, anche la morte di Stefano sarà un motivo in più non già per sterili recriminazioni, bensì per cercare il dialogo con il mondo politico affinché le sensibilità presenti un pò in tutti i partiti ricerchino unitariamente le migliori soluzioni legislative che riaprano finalmente, dopo tanti anni di continua e sostanziale regressione, la strada delle riforme in positivo di quell’universo penitenziario che di fatto rappresenta il primo e più grave tra i tanti problemi della Giustizia. Infine, nel mentre ringraziamo tutti i detenuti che hanno fatto proprio l?appello della nostra Associazione, la quale da sola ha costruito questa importante iniziativa pacifica che rappresenta un enorme passo in avanti nella capacità dei detenuti di rappresentarsi a tutti gli effetti come Cittadini, liberi cioè da ogni ipocrita ?tutela?, preghiamo tutti, ma proprio tutti, di non cercare di attribuire al nostro movimento questo o quell?apparentamento con qualsivoglia girotondo o girotondino, e soprattutto con quelle loro componenti animate da pruriti giustizialisti, poiché ciò, quando non è una vera e propria provocazione, è semplicemente una stupidaggine al quadrato. Noi ripetiamo che vogliamo discutere apertamente con tutti i cittadini, qualunque siano le loro idee politiche e i loro Credo religiosi, e questo faremo!!


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