Welfare

Carcere: a Palermo sciopero contro il carovita

I detenuti manifestano contro l' aumento del prezzo dei prodotti di prima necessit

di Redazione

Stare in galera non e’ proprio il massimo, ma se il caro-vita supera le sbarre, allora la situazione diventa ancor meno sostenibile. E scattano le contromisure. E’ il caso del carcere Ucciardone di Palermo, dove un gruppo di reclusi e’ deciso allo ”sciopero della spesa” dopo l’ aumento del prezzo dei prodotti di prima necessita’. In soldoni, i detenuti non acquisteranno cibi, detersivi e altri generi che il penitenziario mette a disposizione attraverso un’ azienda esterna. Si limiteranno quindi a usufruire del vitto ”istituzionale” e delle derrate alternative garantite dai familiari. La protesta, come riferisce oggi il ”Giornale di Sicilia”,e’ partita dalla sesta sezione, dove si scontano le condanne passate in giudicato. L’ annuncio dell’ astensione dalle compere interne e’ stato dato con una lettera distribuita fuori dalla casa circondariale, dove gli ospiti della sezione, alcune decine, lamentano altre disfunzioni sul piano sanitario e dell’ assistenza sociale. Nella tabella pubblicata dal quotidiano, si legge che dal primo marzo le uova costano 0.80 centesimi (0.75 il mese precedente), la pasta (mezzo chilo) 0.63 (0,60), le merendine 1.95 (1.85), la carta igienica 2.99 (2.75). Il direttore dell’ istituto, Maurizio Veneziano, prefigura accertamenti e verifiche, osservando pero’ che ”il problema della spesa riguarda un po’ tutti i cittadini.Ogni giorno si parla di rincari e proteste”. Nella lista distribuita ogni sette giorni ai carcerati (che non possono spendere piu’ di trecento euro per il cosiddetto sopravitto), sono duecento le voci: dagli alimentari sino ai giornali, dalle sigarette ai francobolli. I prezzi oscillano tra i 50 centesimi per una confezione di bicarbonato e i 18 euro di un walkman per ascoltare la musica.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA