Famiglia
Cara Rai, l’adozione non è una soap opera
L'associazione Mammeonline protesta contro un servizio andato in onda durante la trasmissione "L'Italia sul due". Ecco cosa è successo
L’associazione Mammeonline – che tramite i siti IlNido e Mammeonline.net si occupa della diffusione della cultura della maternità in tutti i suoi aspetti, dall’infertilità, all’adozione, alla maternità intesa nel senso più classico – ha inviato una lettera alla redazione della trasmissione Rai “L’Italia sul due”, per protestare sul modo in cui è stata raccontata l’esperienza dell’adozione e il messaggio discriminante che il servizio ha fatto emergere. Ecco il comunicato di Mammeonline:
Gentile redazione,
Siamo delle mamme, adottive e non, e qualche giorno fa ci è capitato di assistere a una trasmissione della Rai in cui si parlava di adozione, che non ci è assolutamente piaciuta. Si tratta della puntata di “L’Italia sul due” del 9 febbraio.
Innanzitutto, come associazione di genitori, desideriamo far presente che l’accoglienza di un bambino non può e non deve essere basata sul colore della pelle né sull’età anagrafica, come è invece apparso giusto a chi seguiva tale trasmissione.
Ogni bambino ha infatti un diritto assoluto ad avere una mamma e un papà che lo amino e si prendano cura di lui qualunque età abbia e a prescindere dalle sue caratteristiche somatiche.
Tale principio è espresso anche dalla legge italiana laddove si dice che “Il diritto del minore a vivere, crescere ed essere educato nell’ambito di una famiglia è assicurato senza distinzione di sesso, di etnia, di età, di lingua, di religione” (art.1, comma 5 Legge 28 marzo 2001, n. 149).
Sottolineare, come è stato fatto nel corso della trasmissione, la difficoltà di accettazione e di inserimento nella società da parte delle persone di colore, come motivo principale per giustificare l’adozione di bambini con caratteristiche somatiche simili alle proprie, significa dare un messaggio errato su cosa significhi adottare, oltre che discriminante, per le attuali e future coppie miste, per le tante persone che hanno adottato bambini di etnie diverse, e per i minori stranieri presenti negli istituti italiani (che rappresentano il 17,6% sul totale dei minori accolti) che ancora attendono una famiglia.
Va inoltre tenuto presente che adottare in Italia o nei paesi dell’Est non “salvaguarda” la coppia dall’adozione di bimbi di etnia diversa, a meno che la coppia non lo espliciti espressamente, cosa che è possibile, ma che tradisce lo spirito vero dell’adozione, che è quello di trovare una famiglia per un bambino solo e non procurare ad una famiglia un figlio che sia lo specchio dei propri desideri.
Anche equiparando l’adozione ad una gravidanza, ci si dimentica, che entrambe comportano sempre, l’accoglienza dell’ “altro da sè “.
Si accoglie come figlio per sempre un bambino con il suo viso, il suo corpo, il suo carattere e le sue caratteristiche che lo rendono una persona unica, speciale, non un clone dei propri genitori.
Adottare infatti non significa far proprio un essere umano a nostra immagine e somiglianza, bensì eleggere questi a figlio, e mettersi a sua disposizione oggi, per aiutarlo con tutto l’amore possibile a diventare un adulto domani.
Siamo stufi di ascoltare programmi in cui l’adozione è trattata come una soap opera o dando messaggi distorti.
Chiediamo che nel futuro se ne parli in maniera più realistica o non se ne parli affatto.
E questo lo chiediamo non per noi genitori, ma solo ed esclusivamente per i nostri figli e per quelli, troppi, che aspettano di diventare tali.
I genitori, adottivi e non, dell’Associazione Mammeonline
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