Fundraising

Cara Ferragni, donare è una cosa seria

L'antitrust ha multato per oltre 1,4 milioni di euro le società riconducibili all'influencer e la Balocco perché in occasione delle scorse festività avevano presentato un pandoro griffato facendo pensare che il suo acquisto avrebbe contribuito a una donazione all'ospedale di Torino. Ne aveva scritto Riccardo Bonacina in una sua "Puntina" della scorsa estate che riproponiamo

di Riccardo Bonacina

“Donare è una cosa seria”. Così era intitolata la “Puntina” di Riccardo Bonacina di questa estate. La riproponiamo in occasione della sentenza dell’Antitrust che ha comminato una sanzione di oltre 1,4 milioni di euro a Chiara Ferragni e alla Balocco (oltre un milione di euro alle società riconducibili all’influencer e 420mila euro all’azienda dolciaria) per pratiche commerciali scorrette.
Per l’Antitrust inoltre il prezzo del pandoro “griffato” (circa due volte e mezzo il prezzo del Pandoro classico Balocco), avrebbe contribuito a indurre in errore i consumatori, rafforzando la loro percezione di poter contribuire alla donazione acquistando il “Pandoro Pink Christmas”.

Di seguito il brano della Puntina.

Si merita di essere ingannato colui che, nell’atto stesso di dare, pensava già al contraccambio. Tra molti e vari errori di coloro che vivono in maniera sconsiderata e con leggerezza, carissimo Liberale, direi che quasi nulla è più indegno del fatto che non sappiamo dare e ricevere benefici (doni).
Ne consegue pertanto che si è cattivi debitori di ciò che viene donato male; ci lamentiamo troppo tardi dei benefici non restituiti: infatti, nello stesso momento in cui li abbiamo donati erano già perduti.

(Seneca, De Beneficiis, Libro I)

Donare è una cosa seria, ce lo ricorda Seneca che ci parla dalle radici millenarie della nostra cultura, e noi pure lo sappiamo, eppure questa settimana ci sono alcuni episodi che val la pena sottolineare e stigmatizzare perché indicano delle deviazioni possibili dal giusto senso del donare.

Trasparenza ad orologeria e cause related marketing farlocco

Il primo ha come protagonista Chiara Ferragni, persona e brand, e Balocco la nota azienda dolciaria italiana specializzata nella produzione di dolci da forno.

«Questo Natale io e Balocco abbiamo pensato ad un progetto benefico a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Con Chiara Ferragni Brand abbiamo creato un pandoro limited edition e sosteniamo insieme un progetto di ricerca per nuove cure terapeutiche per i bambini affetti da osteosarcoma e sarcoma di Edwig». Il 24 novembre 2022 Chiara Ferragni era «davvero fiera di rendere il Natale un po’ più rosa e dolce con questo pandoro» e il suo post su Instagram incassava il consenso di 678mila like e migliaia di cuoricini. Mercoledì scorso, però l’Antitrust ha messo in dubbio l’iniziativa di Balocco griffata Ferragni, aprendo un’istruttoria e visitando gli uffici dell’azienda di Fossano. E ora il Natale con preparato rosa per spolvero, 750 grammi a circa 9-10 euro a confezione, che avrebbe dovuto dare una mano ai bambini malati di tumore, rischia di costare salatissimo alla società dolciaria piemontese.

Secondo l’Antitrust i consumatori sono stati indotti a pensare di contribuire a una donazione verso un ospedale, acquistando un pandoro della Balocco griffato Ferragni. Mentre l’ammontare dell’assegno che sarebbe andato al struttura ospedaliera era già stabilito dalla società, indipendentemente dall’andamento delle vendite e dunque dall’impegno dei consumatori.

Con questa motivazione l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti della Balocco S.p.A. Industria Dolciaria “per presunta pratica commerciale scorretta in relazione all’iniziativa commerciale Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino promossa tra novembre e dicembre 2022”.

Balocco al proposito in brevissimo comunicato dice che l’impegno è già stato onorato e l’azienda dolciaria ha fatto una donazione all’;ospedale torinese. Anche Franca Fagioli, direttrice dell’Oncologia pediatrica, non vuole entrare nelle polemiche: “Quando il progetto sarà terminato e ci sarà l’inaugurazione, allora daremo conto in totale trasparenza dell’ammontare della donazione effettuata da Balocco, esattamente come abbiamo sempre fatto in qualunque altro caso in cui c’è stato l’intervento di privati. Ma fino a quel momento non parlo di cifre né di modalità di donazione”.

Insomma, una trasparenza ad orologeria, diremo poi, non ora. Chi è rimasta silente è Chiara Ferragni, quella del “Sentiti libera”. Anche di fare i cazzi tuoi. Del suo compenso non abbiamo e non avremo traccia, immagino.

No, le donazioni e neppure il cause related marketing si fanno così!

In apertura Chiara Ferragni, foto La Presse

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