Mondo
Cara di Castelnuovo di Porto, Rossella Muroni: «Ho bloccato il pullman per difendere i loro diritti»
L’intervista alla deputata di Leu ed ex presidente di Legambiente che ieri ha deciso di bloccare personalmente uno dei mezzi che stavano trasferendo i profughi. «Sono intervenuta quando ho capito che la destinazione non era nota neanche a chi veniva spostato»
Rossella Muroni, già presidente di Legambiente oggi deputata di Leu, ieri ha bloccato l'uscita di un pullman con i migranti che stavano lasciando il C.a.r.a di Castelnuovo di Porto. La deputata si è messa davanti al pullman in uscita dal centro fra gli applausi della folla presente. Su twitter sono circolate diverse foto della parlamentare, ritratta davanti al mezzo appena fuori dal cancello. La vicenda ha avuto una vasta eco, anche in Parlamento, e sarà seguita da un interrogazione parlamentare. Ne abbiamo parlato direttamente con la protagonista.
C’è chi oggi sulla stampa la definisce la novella Rivoltosa Sconosciuta di piazza Tienanmen e chi invece ironizza dicendo che ha solo bloccato il mezzo per pochi minuti per farsi pubblicità. Come sono andate davvero le cose?
Sono stata avvisata dal circolo locale di Legambiente della situazione a Castelnuovo di Porto. Così prima ho fatto u intervento in aula chiedendo la Governo di venire a riferire. Dopo di ché sono andata ieri mattina per vedere con i miei occhi cosa succedeva. Il gesto di fermare il pullman è nato spontaneamente quando ho capito che le persone a bordo non spessero dove stavano andando. Nessuna Tienanmen. Ma non direi che sia una questione su cui ironizzare
Quello che lei ha sottolineato più volte è che il problema non è l’atto in sé del trasferimento ma di come viene effettuato questo trasferimento…
Esattamente. Il problema è che queste persone non sanno dove vengono portate. È importante che non si stabilisca un precedente. Il sapere dove vieni tradotto e per quale motivo è un diritto costituzionale. Evidentemente non acquisito e garantito. Quando si dice che i cittadini chiedono ordine rimango perplesso: ristabiliamo l’ordine senza rispettare i diritti? Vogliamo dire a queste persone dove avranno il domicilio così da poterlo comunicare ai propri avvocati e congiunti?
Perché hai sottolineato il fatto che su quel mezzo c’erano bambini con disagio e donne vittime di violenza?
Perché stando lì ho scoperto chi erano le persone sul mezzo. Le loro storie. Così ho parlato con i funzionari della questura, che stavano facendo, sia chiaro, un ottimo lavoro, per sincerarmi che a loro fosse nota la storia di ciascun passeggero
E perché è importante questo?
Perché a ciascuna storia corrisponde una struttura e un percorso. È importante. Un diritto violato per una persona è un diritto violato per tutti.
Ieri hai dichiarato che il Decreto Sicurezza crea un grave danno occupazionale. Perché?
Ieri sul posto c’erano anche i 107 lavoratori della cooperativa Auxilium che dal primo di febbraio si troveranno senza lavoro. Io credo che anche questo sia un tema di riflessione da parte di Governo e Mise. Smontare un sistema significa farsi carico delle conseguenze. Tra queste ci sono i lavoratori che si trovnao disoccupati. Rispondere con il refrain delle coop rosse che sfruttano i migranti è ridicolo. Questi signori sono cittadini italiani che svolgono un lavoro regolare sulla base di un capitolato fornito dal Ministero dell’Interno. Fanno quello che il Ministero ha chiesto loro.
Adesso cosa pensa di fare?
Sicuramente faremo un’interrogazione parlamentare. Ci siamo poi attivati con le associazioni, in primo luogo Difesa Donna, ActionAid e A Buon diritto per accompagnare e aiutare queste persone. La cosa per noi più importante è che ci sia visibilità su tutto questo. la più grande sconfitta è che queste persone diventino invisibili a norma di legge.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.