Non profit

Cara associazione, se non ce l’hai fatta la colpa è anche tua

Il caso degli esclusi dal 5 per mille 2007 è illuminante

di Carlo Mazzini

La mancata ammissione di quasi un quarto degli enti
del volontariato ha cause interne ed esterne al non profit.
E quelle interne sono molto imbarazzanti Iniziamo dai fatti, che è sempre un bell’iniziare. Le prime due edizioni 5 per mille hanno visto la débâcle di quasi un quarto degli iscritti del volontariato – circa il 23% – che in cifre significano 23 milioni di euro, oltre a 800mila contribuenti che non vedono andare a buon fine la loro preferenza. Questa sconfitta del buon senso ha due origini, una interna al non profit, l’altra esterna. Iniziamo con quella interna e, avviso, sarò molto cattivo. Per piccola che tu sia, cara associazione, devi svegliarti. Sei stata tanto scaltra da iscriverti al 5 per mille inviando per via telematica il modulo e recandoti presso intermediario abilitato? Brava, hai iniziato un adempimento non banalissimo che richiedeva l’intervento di altri soggetti (professionista), la ricerca di informazioni, la predisposizione dei documenti necessari (codice fiscale dell’ente, del rappresentante legale, qualifica dell’ente stesso?).
Vedi che se vuoi ce la fai? La parte più difficile l’hai realizzata! E allora perché diavolo vai a incespicare su una banalissima raccomandata, che richiede solo che scarichi da internet un maledetto modulo, che ci riscrivi le stesse banalissime cose che hai dichiarato al commercialista o Caf, e che mandi il tutto entro una scadenza precisa? Dirai, cara associazione, che è stato il commercialista, che c’è stato un passaggio di consegne imperfetto tra il vecchio e il nuovo presidente, che il presidente era sui Monti Sibillini a meditare. Le responsabilità interne allora ci sono! Io ho sostenuto – e la sosterrei nuovamente – la necessità di fare un ricorso collettivo, quello che, cara associazione, ti ha dato la possibilità per tutto gennaio 2009 di inviare nuovamente la raccomandata. Ma se non l’hai fatto è perché: a) sei male consigliata (cambia consigliere); b) non leggi Vita (abbònati) o il Sole24Ore (e il tuo commercialista? Ci fa solo il sudoku?); c) non hai tempo di seguire le cose amministrative, così complicate. Fermiamoci su questo punto. Non hai tempo? Dimettiti; fa il presidente chi può prendersi certe responsabilità. Non sai nulla di fiscalità? Hai ragione; ma a cosa credi che servano i Centri di servizio, i siti, i forum tematici, le riviste specializzate? Veniamo all’ultima scusa: le cose sono così complicate. Detto che si può chiedere informazioni e delucidazioni, questa è l’unica motivazione che sottoscrivo, perché mi picco di sapere qualcosa di fiscalità e legislazione del non profit.
E veniamo alle cause esogene. Anzi no, non c’è più tempo e credo di averci scritto centinaia di articoli. Basta una delle leggi di Murphy, quella di Good: se hai un problema che deve essere risolto dalla burocrazia, ti conviene cambiare problema.

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