Famiglia

Capodanno: razzista il 56% dei bimbi italiani?

Meglio non trascorrere il Capodanno con un bambino extracomunitario...la pensa così il 56% dei bambini italiani secondo un test dell'associazione psicologi volontari Help-Me

di Redazione

Meglio non trascorrere il Capodanno con un bambino extracomunitario. La pensa cosi’ il 56% dei bambini italiani secondo un test condotto dallo psicoantropologo Massimo Cicogna, psichiatra romano a capo dell’associazione psicologi volontari Help-Me, che ha monitorato i desideri per l’ultimo dell’anno di oltre 1.250 bambini dai 6 ai 12 anni. Secondo lo studio, gli stranieri da evitare sarebbero soprattutto marocchini (30%), tunisini (21%) e arabi in generale (15%), ma anche zingari (13%), albanesi (12%) e bosniaci (7%). Per gli psicologi, i bambini extracomunitari sono avvertiti come culturalmente distanti (36%), vengono visti con diffidenza (27%), paura (14%), incomprensione (13%), e in alcuni casi con una vera e propria avversione (7%). Ostacolo all’integrazione una quasi totale mancanza di conoscenza dell’altro: soltanto il 12% dei bambini italiani sa identificare i luoghi reali di provenienza degli extracomunitari. Infatti solo un 15% sa dov’e’ la Tunisia, un 12% conosce la collocazione dell’Algeria ed un misero 8% sa identificare la Bosnia sulla cartina. Superficialita’ altrettanto forte nei confronti degli Zingari, che per l’82% dei bambini italiani possiedono un proprio territorio nazionale. Quanto alla conoscenza delle religioni dei bambini extracomunitari l’ignoranza e’ pressoche’ assoluta. Soltanto 5 bambini italiani su 100 sanno che il massimo profeta della religione musulmana e’ Maometto. Ma quali sono le origini di tanta diffidenza? Al primo posto, secondo gli psicologi, ci sono i genitori (42%): le mamme e i papa’ instillano nei bambini diffidenza e razzismo educando alla distanza. Al secondo posto la scuola (26%), seguita dalla televisione (14%), dagli amici (11%) e dai film (6%). Come ovviare all’assenza di integrazione? Secondo gli psicologi sarebbe innanzitutto necessario promuove un’ora di cultura della tolleranza a scuola. Ma visto l’impopolarita’ dei libri gli studiosi suggeriscono nuove strade: in primo luogo la messa in onda nelle fasce orarie dedicate ai piu’ giovani di trasmissioni televisive e talk show contro il razzismo, con ospiti in studio e il supporto di video clip di approfondimento. Altre soluzioni potrebbero essere l’introduzione di un maggior numero di elementi antirazzistici nei libri di storia, la promozione di feste multiculturali negli oratori e nelle scuole, gli scambi alla pari con bambini extracomunitari.


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