Famiglia

Capitalia fa meno fuoco

Banche armate. Il direttore generale ha annunciato che nel 2005 l’istituto ha ridotto del 70% le transazioni in export di armi

di Riccardo Bagnato

Un osservatorio permanente sul finanziamento delle banche all?industria armiera; maggior attenzione ai prossimi passi che il governo intende fare; l?impegno per estendere all?Ue le buone regole italiane sulla trasparenza bancaria nelle operazioni di appoggio al commercio di armi: sono i nuovi impegni assunti dalla campagna Banche armate che sabato 14 gennaio, a Roma, ha svolto il suo primo convegno nazionale (Cambiare è possibile: dalle ?banche armate? alla responsabilità sociale). Momento di confronto e di bilancio in cui l?istituto di credito maggiormente impegnato nell?ambito del commercio delle armi ha annunciato un proprio, significativo, ridimensionamento: «Nel corso del 2005», ha infatti confermato il direttore generale di Capitalia, Carmine Lamanda, «il nostro istituto ha ridotto del 70% gli importi delle transazioni legate a operazioni di export di armamenti». Davvero una buona notizia, se si pensa che solo nel 2004 Banca di Roma si è aggiudicata autorizzazioni per un valore complessivo di oltre 395 milioni di euro su un totale di 1.317 milioni, ?spartendosi? con il Gruppo San Paolo-Imi quasi il 60% delle autorizzazioni. Nel suo intervento, Lamanda ha inoltre aggiunto che la legge 185/90 sull?export di armi è «un buon impianto che va mantenuto intatto». Un?opinione da girare direttamente a un assente (ingiustificato): Giuseppe Cossiga (di Forza Italia), che è stato relatore per il governo nella discussione parlamentare sulla Relazione sull?export di armi, nonché protagonista di un attacco senza precedenti alla campagna Banche armate che aveva definito «del tutto priva di fondamento». Un?assenza, quella di Cossiga, «che non lascia intravedere nulla di buono», ha commentato Giorgio Beretta, coordinatore della campagna. Il governo, infatti, dopo i cambiamenti già apportati alla legge 185, ha annunciato un «progetto di riscrittura della stessa legge», che l?onorevole forzista avrebbe potuto anticipare. Beretta, inoltre, ha avvertito come il progressivo allontanamento da parte delle banche dal mercato delle armi, se da un lato è un grande successo, dall?altro potrebbe giustificare l?eliminazione della lista di tali istituti all?interno delle prossime relazioni parlamentari. «Ciò sarebbe un grande errore perché verrebbe così a mancare lo strumento necessario per verificare l?andamento delle cose». Dai lavori è emersa la proposta che banche, sindacati, enti locali e società civile si mettano insieme per la realizzazione di un Osservatorio permanente su istituti di credito ed export di armamenti, proposta discussa nella sessione pomeridiana con gli appassionati interventi di Eugenio Melandri e Alex Zanotelli.


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