Formazione

Cap Anamur, i 25 espulsi sono tutti ghanesi tranne uno

Lo rivela l'agenzia missionaria Misna

di Redazione

I 25 africani della Cap Anamur arrivati oggi ad Accra (Ghana) sono tutti ghanesi tranne uno originario della Sierra Leone. Lo scrive l’agenzia missionaria Misna, citando ”una fonte governativa ben informata”. Nella stessa agenzia il missionario padre Cosimo Spadavecchia si dice ”molto deluso per come si e’ conclusa la vicenda dei 37 africani raccolti nel Mediterraneo dalla nave tedesca Cap Anamur. Sono rientrato da poco in Italia – aggiunge – dopo una vita passata tra il Sudan e l’Egitto a lavorare con i profughi, e adesso, in tutta sincerita’, avrei voglia di ripartire”. Il missionario comboniano che per giorni e’ rimasto a fianco dei 37 africani grazie alla sua padronanza dell’arabo, ha cosi’ commentato la notizia dell’espulsione dall’Italia di 27 degli africani coinvolti nella vicenda della Cap Anamur. ”Queste persone – ha detto padre Spadavecchia – non sono state ascoltate e non sono state rispettate. Guerra o fame, qualunque sia la motivazione che porta un essere umano a lasciare la sua vita, la sua famiglia, la sua terra e i suoi affetti, quando arrivano da noi trovano davanti un muro insormontabile”. Il Mediterraneo, sostiene, ”rischia di diventare un muro, come quello che Israele sta costruendo in Medio Oriente, per tenere fuori dalle nostre porte le migliaia di persone in cerca di una vita migliore che premono dal sud del Mondo. ”Una situazione paradossale, se si considera il fatto che siamo noi stessi, che oggi li rifiutiamo, ad alimentare il sogno di una nuova vita di cui queste persone in fuga si nutrono; cosi’ come spesso proprio noi, come Paesi del nord del mondo, alimentiamo in maniera diretta o indiretta le guerre da cui sono costretti a scappare”. ”Mi mette a disagio” ha proseguito padre Spadavecchia – appartenere a una societa’ che non solo non ascolta il grido dei poveri e di chi cerca di stare a loro fianco, ma guarda a quel che succede intorno con incomprensibile freddezza e una certa apatia”.


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