Welfare
Cap Anamur. Amnesty: “Troppe contraddizioni”
"Violato il diritto internazionale marittimo e quello dei rifugiati", dice Amnesty International in una nota che fa le pulci alla scelta del governo di negare l'asilo
Tre punti fondamentali, quelli segnalati oggi dalla sezione italiana di Amnesty International, sulla vicenda della Cap Anamur. Troppe, secondo l’associazione, le notizie contraddittorie diffuse in questi giorni. Il primo punto è che il ‘diritto internazionale del mare’ stabilisce che un naufrago salvato ha diritto ad essere sbarcato nello scalo successivo. “Scalo successivo – spiega in un comunicato l’associazione – non significa ‘approdo più vicino in miglia nautiche’ ma quello che la valutazione professionale del capitano della nave ritiene essere il prossimo punto in cui è conveniente sbarcare, tenuto conto anche della rotta della nave”. Secondo punto, per Amnesty, è che il ‘diritto internazionale dei rifugiati’ stabilisce che nessuno possa essere indiscriminatamente ed indistintamente respinto alla frontiera: è un corollario del principio di ‘non refoulement’, non respingimento, che esige che chiunque si presenti alla frontiera sia quanto meno identificato ed abbia diritto ad accedere alla procedura di asilo. Solo tramite l’identificazione di ciascun profugo/naufrago si può rendersi conto di quali sono i Paesi verso cui tale persona non può essere in alcun modo rimpatriata/diretta, in base all’art. 33 della Convenzione di Ginevra. “Nella situazione attuale – sottolinea Amnesty -, quello delle autorità italiane equivale ad un illegittimo respingimento collettivo ala frontiera, in violazione della Convenzione di Ginevra sullo Status di Rifugiato”. Nel terzo punto ‘chiave’, Amnesty chiarisce che “il regolamento Ce 343/2003 del Consiglio dell’Unione Europea del 18 febbraio 2003 (il cosiddetto Dublino II, che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame della domanda d’asilo) al quale sembrano riferirsi i ministri Pisanu e Shilly, può trovare applicazione solo dopo che i richiedenti asilo abbiano presentato domanda in uno Stato dell’Unione”. “Il caso della Cap Anamur – secondo Amnesty – è esemplificativo dell’atteggiamento generale dell’Unione Europea e del Governo Italiano sul tema dei rifugiati. Il pericolo di ‘creare un precedente’ vagheggiato dai due ministri è quello di creare un precedente di corretta applicazione del diritto internazionale. Ciò che comunica questo atteggiamento è un indecoroso spregio per le più elementari norme del diritto internazionale e del diritto dei diritti umani”. Amnesty International, insieme alle organizzazioni Ics e Medici senza frontiere, ha espresso oggi al ,inistro Pisanu, sollecitando un incontro immediato, la propria preoccupazione per le violazioni del diritto internazionale marittimo e del diritto internazionale dei rifugiati che si stanno configurando in capo al governo italiano.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.