Non profit

Caos aiuti, le ong con Bertolaso

«È vero manca una regia», conferma Giangi Milesi del Cesvi. Come lui la pensano Action Aid e Focsiv

di Lorenzo Alvaro

Mentre continua a spron battuto la raccolta fondi di Agire, che ha raggiunto i dieci milioni di euro, l’attacco frontale alla gestione statunitense dell’emergenza haitiana di Guido Bertolaso, il direttore del Dipartimento della Protezione Civile italiana, ha suscitato un vespaio. Tre i capi d’accusa: confusione tra operazione militare ed emergenza umanitaria, totale mancanza di leadership che coordini le forze e nessuna progettazione per il futuro.
Ma Bertolaso è andato oltre, pungendo prima l’ex presidente Usa, Bill Clinton, colpevole di aver fatto solo una passerella ad Haiti per poi andarsene «sarebbe stata la svolta se lui avesse gestito l’emergenza in prima persona». In seconda battuta imputando alle Nazioni Unite di non aver prontamente preso la barra di comando delle operazioni. La prima reazione è stata proprio della coniuge Clinton. Il segretario di Stato ha ironizzato «mi sembrano quelle polemiche che si fanno il lunedì dopo le partite di football. A stretto giro di posta si è fatto sentire anche Roberto Dormino, capo della logistica Onu ad Haiti, rispedendo al mittente le accuse. «La situazione non è patetica come sostiene Bertolaso, semmai è difficile», puntualizza Dormino, «col terremoto dell’Aquila sono potuti confluire centinaia di migliaia di militari; qui che cosa facciamo confluire? A Port au Prince non ci sono né strutture né mezzi. Qui non c’è un parco veicoli che può essere utilizzato. Più di tanto non si può fare». 

    
Di tutta’altro avviso, seppur con dei distinguo le principali ong che dall’inizio dell’emergenza stanno lavorando sul territorio di Port-au-Prince.
«Certamente è vero che ad Haiti manca un cervello», spiega Giangi Milesi, presidente del Cesvi, «ma è una cosa che si sapeva sin dall’inizio». Per la ong italiana è un fatto che sul fronte dell’emergenza i non governativi siano più avanti degli Stati. «Credo però sia importante far passare ciò che di buono sta avvenendo», sottolinea Milesi, «il grande impegno che le associazioni stanno mettendo in campo e la bontà della loro coordinazione anche a livello internazionale». Infatti non solo le realtà italiane stanno lavorando in sinergia, grazie alla nuova piattaforma Agire, che per MIlesi «sta funzionando benissimo» ma l’emergenza è affronatata anche con una divisione territoriale e di competenze concertata con il coordinamento di sicurezza delle Ong europee (Eisf) e Interaction, la federazione delle ong statunitensi.


Insomma l’associazionismo, nonostante i problemi diplomatici tra stati, si è organizzato e sta portando sulle proprie spalle il peso dell’emergenza.
Posizione questa condivisa anche da Action Aid. Il segretario generale Marco De Ponte sottolinea come «il problema di coordinamento sia evidente. C’è in atto una partita tra Europa e Usa che distrae dagli aiuti». Il paese è in una situazione difficilissima perchè, racconta il segretario generale, «è stato colpito al cuore», le accuse del capo della protezione civile sono veritiere ma, aggiunge De Ponte «poco sagge». «È vero che la scelta di militarizzare la zona è poco condivisibile, ma bisogna concentrarci nella cooperazione, non nelle critiche» continua De Ponte, «per questo vorrei sottolineare la bontà del sistema Agire e il nostro apprezzamento per l’idea “Sistema Italia”» conclude De Ponte, «perchè per la prima volta si è riusciti a catalizzare attenzione e raccolta fondi».


Più duro e apertamente schierato con il leader della Protezione Civile il direttore generale di Focsiv Sergio Marelli. «Quelle di Bertolaso sono affermazioni non solo giuste ma anche doverose», attacca il direttore, «anche prima del suo intervento avevo sottolineato la mia preoccupazione per la presenza massiccia dei marines che portano sempre grosse controindicazioni. Anche puntare l’attenzione sulla mancanza di una guida chiara dell’emergenza è importante: c’è il rischio di assistere ad un Rwanda bis», L’unico punto su cui Marelli nutre dei dubbi è la responsabilità delle Nazioni Unite «non hanno colpe. Non sono mai stati dotati di mezzi e dunque non possono affrontare il problema». In conclusione torna anche da parte di Focsiv l’apprezzamento ad Agire, «non ne facciamo parte come Focsiv, ma personalmente la considero un esperienza benvenuta e importante», spiega Marelli, «speriamo che funzioni, sarebbe una cosa molto importante».     



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