Non profit

Canone,l’ispettore Rai non può entrare in casa

Il diritto di verifica spetta alla Guardia di Finanza

di Rosanna Schirer

Si è presentato a casa mia un sedicente funzionario dell’Urar che col pretesto di svolgere un accertamento, mi ha chiesto di entrare in casa. Io mi sono rifiutata di farlo entrare, nonostante le sue assidue insistenze. Ora mi chiedo: ho forse commesso un reato? Tanto più che nella zona in cui abito non si ricevono bene i programmi Rai e quindi non ho nessuna intenzione di pagare il canone per la televaisione. Cosa devo fare ora?
Rosa G. (Mi)(e mail)

La questione del canone Rai rientra a pieno titolo tra le bizzarrie italiane. Più volte e da più parti è stata sollevata, infatti, la legittimità di un tale balzello (che tra l?altro per la precisione risale ad una legge datata 1938, ripresa poi nel 1990 dalla cosiddetta Legge Mammì), dovuto non per il servizio effettivamente reso dalla Rai, ma per la semplice detenzione di uno o più apparecchi radio-televisivi: ad esempio anche se il televisore è rotto o non riceve i canali dell?emittente pubblica (come nel suo caso) la tassa si deve pagare comunque. L?unico modo per liberarsi da questo obbligo consiste nella disdetta dell?abbonamento stesso il che può avvenire soltanto in seguito alla cessione dell?apparecchio o del suo ?sugellamento? (per rendere quindi del tutto inutilizzabile il televisore).
Per quanto riguarda invece la possibilità da parte dei funzionari Urar (Ufficio riscossioni abbonamento Rai) di eseguire visite domiciliari (come descritto quindi nella sua lettera), questa è totalmente da escludersi. Pur esistendo infatti una legge, la n. 103/75, articolo 18, che prevede che la Rai ?deve adottare adeguate iniziative dirette allo sviluppo del servizio ed è autorizzata, attraverso il censimento dell?utenza, a verificare i risultati raggiunti?, resta comunque il fatto che l?inviolabilità del proprio domicilio è categoricamente fissata dalla nostra Costituzione, come peraltro segnalato nell?articolo 14.
Nel caso specifico del canone, trattandosi appunto di una tassa, solo un eventuale accertamento fiscale, disposto dal giudice, ed eseguito dai funzionari della Guardia di Finanza, ovviamente provvisti di regolare mandato, sarebbe regolare.
Tutti gli altri funzionari non hanno invece nessun diritto ad entrare in casa vostra.

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