Welfare

Cani guida in chiesa, l’Unione ciechi si appella al Papa

A fine 2021 un ipovedente ha avuto problemi ad accedere al Duomo di Torino perché accompagnato dal suo animale. Il presidente dell’Uici, Mario Barbuto nel giudicare “gravissimo” l’episodio che ignora una legge di quasi cinquant’anni fa, afferma: «Servirebbe un gesto eclatante di denuncia e sensibilizzazione da parte dei vertici vaticani o dello stesso papa Francesco che potrebbe accogliere un non vedente con cane guida alla messa privata in Santa Marta a Roma»

di Antonietta Nembri

La legge che garantisce ai non vedenti l’accesso a tutti i luoghi pubblici, compresi quelli di culto con il proprio cane guida è del 1974. La normativa prevede anche specifiche sanzioni per chi lo impedisce. Eppure sembra proprio che questa norma sia sconosciuta ai più. È quello che ha potuto sperimentare Vittorino Biglia, ipovedente e consigliere regionale dell’Unione Italiana ciechi, che voleva solo visitare il Duomo di Torino con la sua famiglia, accompagnato dal suo cane guida, il labrador nero Spritz, ausilio indispensabile per la sua autonomia, da anni i suoi occhi sul mondo. Solo dopo le rimostranze di Biglia e l'intervento degli agenti è stato possibile risolvere l'accaduto e permettere all'uomo di entrare nel Duomo accompagnato dal suo cane guida, non un animale come gli altri, ma un aiuto indispensabile per un cieco o un ipovedente.

«Si tratta di un fatto gravissimo» ha commentato Mario Barbuto, presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti «che dimostra un'ignoranza normativa con cui combattiamo da anni».


Barbuto (nell'immagine con il suo cane guida) ricorda infatti che «nonostante sia in vigore la legge n. 34 del 1974 integrata e modificata dalle leggi n. 376/1988 e n. 60 del 2006, infatti, siamo continuamente costretti a sollecitare la cittadinanza e le istituzioni ancora troppo spesso disattente verso la funzione preziosa dei nostri amici a quattro zampe, perché sovente ignorano le normative, rifiutano la presenza del cane, magari con la superficialità di chi non si rende conto di ostacolare la libertà e la vita della persona che si trova dietro la maniglia di quel cane. Episodi come quelli accaduti a Torino purtroppo non sono isolati, perché accade ancora troppo spesso che le persone con disabilità visiva vengano discriminate e allontanate quando accompagnate da questi nostri speciali amici a quattro zampe senza i quali un cieco non può compiere praticamente nessuna attività primaria o muoversi liberamente».

A sorprendere Barbuto è il fatto che l’ultimo episodio segnalato «sia avvenuto in un luogo di culto, ovvero in una comunità che fa dell’accoglienza il suo elemento fondante. Ci vorrebbe un gesto eclatante dei Vertici vaticani, quando non dello stesso Papa Francesco, per condannare l’accaduto e richiamare la necessità di rispettare questi diritti delle persone con disabilità all’interno della Chiesa. Sarebbe bello, ad esempio» conclude, «se Papa Francesco accogliesse un non vedente accompagnato dal suo cane guida nel corso della messa che celebra quasi in forma privata ogni mattina nella Cappella di Santa Marta a Roma».

Immagini da ufficio stampa

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