Formazione

Cancro: arriva il primo farmaco genetico

Verra' iniettato nel sangue del malato e potra' bloccare lo sviluppo della leucemia linfatica cronica, ma si promette efficace anche contro tumore alla prostata e mieloma multiplo.

di Redazione

In arrivo il primo farmaco genetico contro il cancro. Verra’ iniettato nel sangue del malato e potra’ bloccare lo sviluppo della leucemia linfatica cronica, ma si promette efficace anche contro tumore alla prostata e mieloma multiplo. Autore del rivoluzionario annuncio e’ il professore Carlo Maria Croce, direttore della Kimmel cancer Center di Filadelfia e presidente del comitato scientifico dell’International cancer center (Icc) di Rovigo, oggi in conferenza stampa a Venezia per la presentazione del III Congresso Icc, da oggi al 6 dicembre a Rovigo. L’esperto ha riferito la scoperta di una nuova classe di geni oncosoppressori (protettivi contro il cancro), che apre la strada a un nuovo tipo di terapia genica. Invece di sostituire i geni ‘guasti’ con geni sani, il nuovo approccio ripara i geni alterati, con un effetto non solo locale ma diffuso all’intero organismo. La sperimentazione della nuova sostanza, ha detto Croce, partira’ su modelli animali. Tra 6-9 mesi avremo i risultati di questi test, e se saranno positivi come crediamo, passeremo alle prove sull’uomo. ”Da anni – ha spiegato Croce – cerchiamo di capire le basi molecolari dell’alterazione genetica responsabile della leucemia linfoide cronica”. Questo tipo di leucemia, ha aggiunto lo specialista, ”e’ il piu’ diffuso in Italia (4.000 casi l’anno), e finalmente, con questa nuova ricerca pubblicata su Pnas abbiamo scoperto che cosa sta dietro alla patologia”. Nel 70% dei malati di leucemia e’ soppressa la funzione di due minuscoli geni (microgeni). ”Si tratta, ha ripetuto Croce di una nuova classe di geni oncosoppressori, che non codificano come di solito fanno i geni per proteine, ma per minuscoli frammenti di Rna (interferingRna)”. E poiche’ nei pazienti la funzione di questi microgeni e’ soppressa, il loro organismo non produce l’interferingRna che li proteggerebbe dalla neoplasia. Il nuovo approccio, dunque, e’ ”di somministrare direttamente l’interferingRna nel sangue del paziente, con un trattamento di tipo sistemico che dovrebbe bloccare la crescita del tumore ripristinando le difese naturali dell’organismo”. Il grande vantaggio della nuova terapia che supplisce all’interferingRna mancante, ha puntualizzato l’esperto, e’ che questa sostanza ”puo’ essere prodotta in grandi quantita’ con macchine sintetizzatrici ultramoderne, garantendo quindi costi contenuti” I primi test, ha ribadito Croce, avverranno su topi modificati in modo da sviluppare la stessa malattia dell’uomo, quindi, il prossimo anno, si passera’ all’uomo, sia negli Usa, sia all’Icc di Rovigo. Ma la speranza del ricercatore e’ di poter applicare la nuova cura anche ad altri tipi di cancro in cui mancano questi microgeni: il tumore alla prostata (12 mila casi l’anno in Italia) e il mieloma multiplo (3 mila casi). Ma al congresso di Rovigo, ha spiegato la Professoressa Maria Grazia Masucci, direttore del Karolinska Institute di Stoccolma e dell’Icc, si parlera’ in generale di nuovi approcci anticancro: inibitori delle kinasi, vaccini preventivi o terapeutici e angiogenesi. ”Quest’ultima, infatti, e’ una strada niente affatto abbandonata – ha sottolineato la scienziata – e va detto che il ‘silenzio stampa’ seguito all’iniziale entusiasmo insegna che nella ricerca non bisogna procedere troppo velocemente ne’ buttare le opportunita”’.


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