Famiglia

Cancro al seno, un’arma in più

Un anticorpo individua il recettore responsabile del diffondersi del male. Ma spesso gli ospedali non lo hanno a disposizione. E le pazienti non vengono informate.

di Paolo Manzo

Il tumore al seno? Oggi è il più grande nemico della salute delle donne: ogni anno 200mila nuovi casi in Europa, di cui 35mila in Italia. Ma, con le nuove tecnologie, le speranze di debellare il male sono sempre più concrete e, dal fronte terapeutico, arrivano ottime notizie. Sotto i riflettori il test per l?identificazione dell?HER2, un recettore coinvolto nella trasmissione dei segnali di crescita cellulare, cioè responsabile della diffusione del tumore. Il test si è reso possibile grazie al trastuzumab, l?anticorpo monoclonale anti HER2 che attacca selettivamente le cellule tumorali e che ne blocca il diffondersi. Luca Gianni, direttore dell?Unità oncologica medica dell?Istituto dei tumori di Milano, ha fiducia nelle nuove tecnologie: “Gli sviluppi della ricerca molecolare nel campo oncologico hanno permesso di tracciare una sorta di vera e propria carta d?identità del tumore, identificando i fattori predittivi dell?andamento della malattia e della risposta alle terapie comunemente usate”. Sulla stessa linea la dottoressa Sylvie Menard, responsabile dell?Unità operativa Bersagli molecolari del Dipartimento di oncologia sperimentale dell?Istituto dei tumori di Milano: “La positività per l?HER2 si riscontra in circa il 25% dei tumori al seno e, in Europa, sono circa 170mila le donne che oggi potrebbero beneficiare di una terapia biologica innovativa e mirata attraverso il trastuzumab”. Il risultato positivo del test per l?HER2 indica il tipo di terapia più adatta e consente di selezionare le pazienti per la terapia biologica mirata. Fin dal momento della diagnosi la paziente oggi può richiedere al suo medico di essere sottoposta a questo test, così da aver più informazioni sulle reali possibilità terapeutiche. In fase metastatica, inoltre, il trastuzumab fa aumentare la sopravvivenza di oltre il 40%, ha meno effetti collaterali della chemioterapia tradizionale.


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