Comitato editoriale
Cancro al seno, in alcuni paesi significa solo morte
Ad Haiti, il tumore al seno è la seconda causa di morte per le donne: non esistono possibilità di diagnosi, cure, terapia del dolore, se non a pagamento. Per questa ragione è stato avviato un progetto che ha permesso l’apertura del primo centro per la diagnosi e la cura del tumore al seno nel paese
di Anna Spena
Cosa significa per una donna haitiana avere il cancro al seno? “Morte”. È secca la risposta del dott. Augustin, direttore dell'ospedale St. Luc in Haiti, e del Dott. Pyram, responsabile del programma breast cancer, che stanno svolgendo attività di formazione presso lo IEO, Istituto Europeo di Oncologia, a Milano.
Ma facciamo un passo indietro. Nella poverissima Haiti, che dista solo due ore di volo dalla ricca Miami, il tumore al seno è la seconda causa di morte per le donne: non esistono possibilità di diagnosi, cure, terapia del dolore. Non esistono assistenza sanitaria pubblica né personale medico dedicato e preparato in questo settore come radiologi, chirurghi, patologi ed oncologi. Nessuna disponibilità, anche privatamente, di radioterapia: per farla è necessario andare nella confinante Repubblica Dominicana.
Così nel 2017, la Fondazione Francesca Rava N.P.H Italia Onlus che rappresenta in Italia NPH-Nuestros Pequenos Hermanos, che opera in Haiti dal 1987 sotto la guida del medico in prima linea Padre Rick Frechette e l’affiliata Fondazione Saint Luc (anch’essa rappresentata in Italia dalla Fondazione Francesca Rava), ha avviato il primo centro per la diagnosi e cura del tumore al seno in Haiti presso l’ospedale Saint Luc, con il coordinamento scientifico del volontario dottor Enrico Cassano, direttore radiologia senologica dello Ieo.
Ogni anno a morire di cancro al seno sono circa 4mila donne. Il dato non è attendibile, a questo, infatti, va aggiunto quello delle donne a cui il tumore non riesce neanche ad essere diagnosticato.
«Ma dopo l’avvio del progetto», dicono i due medici, «abbiamo riconosciuto un prima e un dopo. Adesso, anche in caso di diagnosi di tumore, le donne sanno che c’è una speranza, una strada, un percorso da seguire». In un anno e mezzo di partenza dal progetto sono state compiute 5 missioni mediche dall’Italia per la formazione dello staff haitiano, 2.461 donne screenate, individuate 165 masse tumorali sospette, di cui, il 95% risultate positive in biopsia , 92 donne sottoposte a mastectomia al Saint Luc.
Women for Haiti infatti ha altri due obiettivi fondamentali: il trasferimento di know-how medico-scientifico a livello locale grazie alla formazione di personale medico e paramedico haitiano in ambito senologico-oncologico e l’attività di education nei confronti delle donne haitiane sulla prevenzione.
«Per questo motivo», dice la giornalista Donatella di Paolo, ora volontaria della fondazione, «abbiamo deciso di formare anche 2 Health Promoters, che distribuiscono poster e volantini in creolo, realizzati con l’aiuto di un disegnatore haitiano, in ottica di prevenzione per la diffusione dell’importanza dell’autopalpazione e le modalità di praticarla, a loro si aggiungeranno anche altre donne».
«Io sono viva», continua Donatella di Paolo, «perché il tumore me lo sono trovata da sola grazie all’autopalpazione. Dal tumore al seno si può guarire. In “questa parte di mondo” possiamo contare su una medicina che funziona. Dal mio dolore è nata la relazione con la Fondazione Rava, una cosa bella. Ecco anche il dolore non può essere sterile, ma deve portare altro da sé».
Prossimi obiettivi della Fondazione
Trasporto in Haiti di un mammografo, di un secondo ecografo e di un apparecchio portatile per eseguire radiografie donati dallo IEO
Formazione dei medici sull’uso del mammografo
Sviluppo di competenze sui trattamenti chemioterapici
Proseguimento della formazione dei medici anche in remoto, per diagnosticare masse maligne in tempi sempre più precoci
Intensificazione dell’attività di sensibilizzazione delle Health Promoters sull’autopalpazione.
Come sostenere il progetto di diagnosi e cura del tumore al seno
La Fondazione Francesca Rava sino ad oggi ha potuto realizzare il progetto grazie al sostegno di tante donne italiane sensibili a questa patologia, molte salvate grazie a precoci diagnosi, desiderose di aiutare le donne haitiane, che hanno lo stesso diritto di accedere a cure mediche e diagnosi ma che non hanno le stesse possibilità e mezzi nel loro paese. Per questo il progetto ha preso il nome “Women for Haiti”, donne per le donne di Haiti. Con €50 doni materiale diagnostico per una biopsia – con €400 un’operazione chirurgica – con €1500 cure complete per una donna affetta da tumore al seno.
L’ospedale per famiglie Saint Luc
L’ospedale Saint Luc sorge accanto all’Ospedale pediatrico NPH Saint Damien a Port au prince. Realizzato nel 2010, è presidio medico, centro colera e polo chirurgico per ragazzi da 14 anni in su (non trattabili al Saint Damien) e le loro famiglie. Nell’estate 2018 a causa delle chiusura di un ospedale di Port au prince specializzato in traumi (l’organizzazione da cui era gestito ha lasciato il paese) è stato necessario allestire un trauma center dove ora si riversano casi urgenti di feriti da arma da fuoco, vittime di incidenti, incendi e gravidanze ad alto rischio. E’ dotato di x-ray digitale, sala operatoria, pronto soccorso, terapia intensiva, degenza con 100 letti, 60 posti colera. Opera sul territorio grazie a cliniche mobili che ogni giorno raggiungono gli slums e portano in ospedale i pazienti impossibilitati per mancanza di mezzi a muoversi. E’ collegato con la clinica Manitane nei pressi dell’Ospedale Saint Damien, dove da anni è in atto un programma di prevenzione del tumore del collo dell’utero e vengono assistite gravidanze non a rischio, e al centro ambulatoriale materno infantile di Wharf Jeremy.
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