Formazione

Campioni dell’Alternanza: 16 aziende faranno scuola a 27mila studenti

Sono 16 le imprese "Campioni dell'Alternanza", che questa mattina hanno presentato i loro percorsi per le scuole, nell'ambito della nuova alternanza scuola-lavoro prevista dalla legge 107. L'anno scorso, al primo anno, sono stati coinvolti 653mila studenti, con un +1.737% registrato nei licei. Fra i "Campioni", accanto a big come McDondald's e Fiat, c'è anche una non profit: il Fai.

di Sara De Carli

«Cari studenti, invece di venire da McDonald’s a bigiare, venite da McDonald’s a fare Alternanza Scuola-Lavoro!»: è l’invito, scherzoso ma non troppo, che Stefano Dedola, Human Resources Director di McDonald’s Italia ha rivolto questa mattina nell’ambito della presentazione del progetto "I campioni dell’Alternanza", sedici grandissime imprese che sono scese in campo per formare i ragazzi nell’ambito dell’Alternanza Scuola-Lavoro prevista dalla Buona Scuola.

"Benvenuti Studenti", il progetto di McDonald’s Italia per i prossimi tre anni, offre a 10.000 studenti l’anno dei percorsi mirati sulle soft skill, cioè quelle competenze di carattere relazionale e di comunicazione interpersonale fondamentali per approcciare al meglio il mondo del lavoro, a prescindere dal ruolo. «Gli studenti impareranno l’attività di accoglienza e di relazione con il pubblico, alternato a momenti di formazione in aula e di training on the job, impareranno a lavorare in squadra e il problem solving. Prima di partire abbiamo fatto una ricerca con l’Istituto Toniolo e il professor Rosina, fra i ragazzi di 18-24 anni: a loro giudizio, le scuole forniscono una mole enorme di competenze tecniche ma mancavano – ora sarà diverso – le competenze trasversali. Noi lavoriamo su queste, qualcosa che servirà qualsiasi sia l’estrazione dei ragazzi e il percorso che faranno (il 30% dei nostri 20mila dipendenti sono studenti universitari), sia nella professione sia dal punto di vista umano», ha detto Dedola.

Questa mattina la ministra ha presentato il primo monitoraggio di quella che è forse la principale novità della legge 107, l'Alternanza Scuola-Lavoro, su cui il Governo ha puntato con uno stanziamento di 100 milioni di euro l’anno. Sono 652.641 i ragazzi che nell’anno scolastico 2015/2016, il primo con la Buona Scuola in vigore, hanno fatto alternanza scuola-lavoro: +139% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo per il secondo anno dell’obbligo è arrivare a 1.150.000 di studenti in alternanza e poi, dall’anno prossimo in poi, a 1,5 milioni all’anno. Le scuole che hanno fatto questa proposta sono passate dal 54% al 96%. Guardando alle sole classi terze, quelle che per cui c’è l’obbligo previsto dalla legge 107, gli studenti che hanno fatto alternanza sono 455.062 su 502.275 iscritti (il 90,6% del totale).

Ogni volta che mi si chiede qual è la cosa più importante nella Buona Scuola, io dico l’alternanza scuola-lavoro. Questa è la nostra risposta alla disoccupazione giovanile e al fenomeno dei neet.

Stefania Giannini

Dall’anno scorso infatti tutti gli studenti – compresi quelli dei licei – devono obbligatoriamente fare esperienza in un ambiente lavorativo (da 200 a 400 ore annue): l’esperienza è parte integrante della didattica, per collegare sistematicamente la formazione in aula e i contenuti lì appresi con l’esperienza. Sul palco insieme alla ministra c’erano manager di aziende di grossissimo calibro: Zara, McDonald’s, Accenture, Coop, Poste Italiane, Intesa Sanpaolo, IBM, ENI. Ma anche Bosch, FCA, General Electric, HPE, Loccioni, il Fondo Ambiente Italiano, il Consiglio Nazionale Forense, Dallara. Si tratta di 16 grandi realtà che coprono tredici ambiti differenti di attività e che hanno presentato i loro progetti di alternanza scuola lavoro per l’anno scolastico 2016-2017, nell’ambito del programma “Campioni dell’Alternanza” (in allegato e sul sito dedicato www.istruzione.it/alternanza tutti numeri e gli obiettivi per ogni singolo progetto aziendale). I percorsi coinvolgeranno circa 27.000 ragazzi solo quest’anno e le posizioni saliranno nel triennio, su tutto il territorio nazionale.

«Siamo molto grati a queste aziende, imprenditori e manager, ma non è il gruppetto dei “primi della classe”. Volevamo far vedere che c’è un mondo imprenditoriale e istituzionale che si mette in gioco insieme a noi, che si vuole candidare subito a studiare la migliore qualità dei percorsi», ha spiegato la ministra Giannini. Tutte queste organizzazioni sono infatti accomunate da tre fattori: un numero significativo di ragazzi coinvolti, esperienze di qualità in cui si uniscono momenti pratici ad attività formative e informative, percorsi innovativi. «Questo è un gruppo aperto: saranno il punto di riferimento per tanti altri “campioni” che si uniranno a noi».

Siamo molto grati a queste aziende, imprenditori e manager, ma non è il gruppetto dei “primi della classe”, altri si uniranno a noi. C’è un mondo imprenditoriale e istituzionale che si mette in gioco insieme a noi, che si vuole candidare subito a studiare la migliore qualità dei percorsi

Stefania Giannini

I dati

Dove hanno fatto alternanza i ragazzi ? Le strutture ospitanti sono state 149.795: soprattutto in imprese (36,1% dei casi), ma anche Pubbliche Amministrazioni (8,5%) e non profit (7,6%). Il 12,4% ha fatto l’alternanza a scuola, con l’impresa simulata o svolgendo attività all’interno della scuola, ad esempio nelle biblioteche. Per la restante percentuale l’alternanza è avvenuto in studi professionali, ordini, associazioni di categoria.

Il boom dell’alternanza, rimanendo alle classi terze, è stato come facilmente prevedibile al Liceo. Se infatti negli istituti professionali i ragazzi che hanno fato un’esperienza in un ambiente di lavoro sono saliti del 90% (da 45.789 nell’anno scolastico nel 2014/15 a 87.055 l’anno scorso), nei tecnici si è registrato un +345% (da 31.592 a 140.699) , mentre nei licei la crescita è stata del +1.737%, con un balzo da 12.371 alunni a 227.308 alunni coinvolti.

Entro la fine dell’anno, ha annunciato la Ministra, sarà pronta anche la Carta dei Diritti e dei Doveri degli Studenti in alternanza, mentre nelle prossime settimane sarà attivata la Cabina di Regia MIUR-Lavoro, per un maggiore coordinamento sui temi dell’alternanza e dell’apprendistato. Attivo da oggi il sito dell’alternanza Scuola-Lavoro, un portale Miur dedicato a famiglie, studenti, scuole e partner dell’alternanza dove si potranno trovare informazioni, dati e buone pratiche (www.istruzione.it/alternanza) e che si affianca al Registro Nazionale dell'Alternanza Scuola-Lavoro, la piattaforma sviluppata da Unioncamere che permette di individuare posizioni disponibili di alternanza (ad oggi sono iscritte 500 organizzazioni, per oltre 7.000 posizioni).

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I Campioni dell’Alternanza

Bosch ha presentato un progetto triennale, “Allenarsi per il futuro”, che coinvolgerà mille studenti quest’anno e poi a salire 1.500 e 2.000, attivo in tutta Italia: «Abbiamo preso la metafora dello sport, passione, impegno, responsabilità e “allenamento”, coinvolgendo un team di 20 atleti di fama, come Margherita Granbassi e Patrizio Oliva, in due anni abbiamo già raggiunto 100mila allievi di cui mille hanno fatto in Bosch un tirocinio educativo. La strada è questa», ha detto Gerhard Dambach, AD di Bosh. Duemiladuecento studenti in tre anni entreranno invece in Coop, 600 in General Electric, mille all’anno in Poste Italiane, su otto linee di competenza, divisi in cinque aree progettuali, 576 all’anno per tre anni in Zara con il progetto #ZaraHighSchool.

Numeri più piccoli – 114 studenti all’anno – ma grande visione per il progetto Traineeship di Dallara, in provincia di Parma: il progetto infatti coinvolge una quindicina di altre aziende che operano nei settori della meccanica, dell’elettronica e dell’automazione industriale, «è ovvio che le piccole medie imprese non possono avere i numeri di Poste, ma complessivamente sono una realtà grande. Quello che noi abbiamo imparato negli anni è che non puoi essere competitivo da solo, devi rendere competitivo il territorio in cui ti trovi, per questo dobbiamo metterci insieme come imprese e la cosa più importante da cui cominciare è senza dubbio la formazione», ha detto Andrea Pontremoli, Amministratore Delegato di Dellara. «La seconda cosa è andare dalle scuole, noi per anni ci siamo lamentati che la scuola non ci dava i ragazzi giusti, ma non abbiamo fatto nulla per aprirci: aprirsi invece ha creato osmosi, io invito i professori a venire in azienda per capire cosa fanno oggi le aziende, è una cosa non banale, e ci ha permesso poi di “curvare” i cv dei ragazzi sulle esigenze del territorio. La rivoluzione da fare è quella di sfatare il danno che ha fatto la mia generazione, “studia se no vai a lavorare”: ragazzi, non si studia per studiare, lo studio è uno strumento».

La rivoluzione da fare è quella di sfatare il danno che ha fatto la mia generazione, “studia se no vai a lavorare”: ragazzi, non si studia per studiare, lo studio è uno strumento

Andrea Pontremoli

Fra i campioni anche Loccioni, una media impresa, scelta per l’altissima qualità dei progetti portati avanti con le scuole e da già 40 anni. Con “L’impresa per tutte le età”, Loccioni diventa il luogo in cui si incontrano giovani e adulti, si fondono generazioni diverse e si progetta, insieme, il futuro: i ragazzi dell’alternanza scuola-lavoro vivranno un’esperienza unica insieme ad alunni della scuola primaria e secondaria, laureandi, dottorandi, insegnanti e manager dell’impresa, tecnici e umanisti, in un tessuto di persone e idee. «La scuola ha bisogno di una palestra in cui far crescere le persone e prepararle al lavoro. L’impresa ha bisogno di un “vivaio” di persone e conoscenze con cui progettare il proprio futuro. Le nostre porte sono aperte», afferma Enrico Loccioni. «Il lavoro è un elemento di crescita dell’identità personale, per questo chiedo sempre ai ragazzi chi fra di loro vuole fare l’imprenditore. Qui non si tratta di fare alternanza fra due mondi, ma di costruire insieme una vera integrazione fra i due mondi della scuola e dell’impresa».

Fiat Chrysler Automobiles-FCA ha aderito con due iniziative: 3/4mila posti in tre anni in FCA Adoption, per cui ogni stabilimento adotterà una o più scuole e farà per quella scuola tutto il progetto di alternanza, mentre un secondo progetto si rivolge alle scuole per accompagnarle in questa prima fase, con un corso online di 30 ore a disposizione di tutte le scuole italiane che introduce al mondo dell’azienda e un game competitivo di 250 domande. Hewlett Packard Enterprise punta invece sul pensiero computazionale e sull’innovazione, formando 400 ragazzi di Lombardia e Lazio che diventeranno a loro volta, volano di trasmissione per gli studenti più giovani del pensiero computazionale e la logica della programmazione: «insegnare a creare FabLab nelle scuole, questo è qualcosa che resta nel futuro, partiamo con 400 ragazzi, ma già loro coinvolgeranno a cascata altri 1.500 compagni», ha spiegato Stefano Venturi.

La scuola ha bisogno di una palestra in cui far crescere le persone e prepararle al lavoro. L’impresa ha bisogno di un “vivaio” di persone e conoscenze con cui progettare il proprio futuro. Le nostre porte sono aperte. Il lavoro è un elemento di crescita dell’identità personale. Qui non si tratta di fare alternanza fra due mondi, ma di costruire insieme una vera integrazione fra i due mondi della scuola e dell’impresa

Enrico Loccioni

Sul palco, fra i campioni, anche un soggetto del terzo settore: il Fai. Con la legge 107 infatti il terzo settore diventa un attore a pieno titolo dell’alternanza scuola lavoro. La proposta del FAI va ad allargare l’esperienza straordinaria degli “apprendisti ciceroni”, nato nel 1996. Quest’anno, nell’ambito del programma di Alternanza Scuola-Lavoro, 5mila ragazzi delle scuole saranno apprendisti ciceroni, svolgendo la loro attività nei beni del Fondo Ambiente Italiano aperti al pubblico e in occasione di eventi nazionali notissimi come le Giornate FAI di Primavera e le Mattinate FAI. «È un settore molto interessante. Diversi musei pubblici ci hanno chiesto di attivare percorsi di alternanza a metà tra FAI e ente pubblico per aprire musei al pubblico, è un esempio straordinario di una triangolazione fra ente pubblico, non profit e scuole che può dare un grande contributo», ha affermato Angelo Maramai, direttore generale del FAI.

«Stiamo abbattendo uno stereotipo: l’alternanza non è un anticipare al tempo della scuola un’esperienza di lavoro, rubando ore alla materia x o y, queste sono esperienze che valorizzano la persona, consentono di fa sì che la scuola e ciò che le sta attorno dia ai ragazzi stimoli alla loro curiosità intellettuale, senza rimanere vincolati al paradigma che il corso di studio indicherebbe loro, a contaminarsi con altre esperienza e ad assumersi presto una responsabilità diretta del loro processo formativo», ha concluso la ministra Giannini. «Se lo facciamo a livello strutturale, permanente, invasivo, sarà un grande cambiamento culturale».

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