Politica

Campania, i csv a rischio chiusura

Volontariato. Ritardi nell’erogazione dei fondi / Nati nel 2005, aspettano quasi un milione di euro. Ma manca il Comitato di gestione. E la Regione non si muove

di Benedetta Verrini

Gli spetta quasi un milione di euro. Ma sono poveri, a rischio chiusura, con gli stipendi dei dipendenti sospesi da aprile, eppure determinati a garantire i servizi alle associazioni, almeno fino a quando ci saranno soldi per l?affitto. è la situazione paradossale dei Centri di servizio per il volontariato della Campania, che lanciano l?allarme sul blocco nell?erogazione delle risorse, provocato dal mancato rinnovo (da luglio 2005) del Comitato di gestione, l?organismo deputato per legge a erogare annualmente i fondi per la gestione dei Csv. La vacanza del Comitato è diventata un pauroso collo di bottiglia che blocca un capitale (quasi un milione di euro, appunto, accumulatosi nei dieci anni e più di ritardo con cui sono nati i Csv campani), rimasto nelle casse delle fondazioni invece di essere speso per il volontariato del territorio. Ma andiamo con ordine. Con la partenza dei Csv (avvenuta nel 2005, su base provinciale), finora è stata accreditata unicamente una prima tranche pari a circa 98mila euro per ciascuno dei cinque centri. «Una quota uguale per tutti», spiega Valeria Castaldo, presidente del Csv di Napoli, «nonostante sia evidente la diversità di esigenze tra le province. In particolare, le maggiori difficoltà sono sorte per il Csv Napoli, competente per la maggior parte del territorio regionale e a cui afferisce quasi la metà di tutto il volontariato della regione». E mentre quel primo budget, tra start up e servizi, si è praticamente esaurito, non è arrivato il nuovo Comitato di gestione (che, tra l?altro, restando in carica un biennio dalla scadenza del precedente, ha già ?bruciato? un anno). «Le fondazioni hanno fatto le loro nomine», prosegue la Castaldo, «ma manca ancora la ratifica, di competenza del Consiglio regionale, dei quattro rappresentanti delle associazioni di volontariato». Tre nomi ci sono già, ma in assenza di una sollecitazione attiva della Regione, tutta la procedura è rimasta al palo. «Visto questo grave ritardo, per ridurre i danni chiediamo di poter insediare il Comitato di gestione anche con i soli membri già designati, sebbene proprio la mancanza della voce del volontariato, attraverso i suoi rappresentanti, non sia una buona cosa», dice la presidente. Che già guarda con apprensione all?avvio di Progetto Sud, l?intesa tra Acri e terzo settore che porterà un ulteriore plus di risorse perequative da distribuire (e gestire) nei prossimi mesi. Per allora, dice, «speriamo che questa anomalia sia superata».


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