Non profit

CAMPAGNE. Svuota l’armadio e aiuta una donna a tornare libera

Sabato 9 maggio Caritas Ambrosiana e la diocesi di Milano mobilitate per sostenere la campagna a favore delle donne abusate e costrette a prostituirsi

di Antonietta Nembri

Sabato 9 maggio, tutta la diocesi di Milano è inviatata a mobilitarsi nella raccolta degli indumenti usati. Una giornata di lotta allo spreco e di solidarietà, che quest’anno sostiene la campagna “Non più vittime” per le donne abusate, maltrattate e costrette a prostituirsi sulla strada.

Sabato 9 maggio, infatti, Caritas Ambrosiana promuove in tutta la diocesi la tradizionale raccolta di indumenti usati, una giornata speciale di solidarietà e lotta allo spreco, intitolata “Non più vittime”. L’iniziativa va a sostenere il sistema di accoglienza, creato in questi anni da Caritas, per le donne abusate, maltrattate e costrette a prostituirsi, tutte dunque, in modi diversi, vittime di violenza. In particolare, il ricavato dall’attività di riciclo degli abiti sarà utilizzato per sostenere i volontari che avvicinano le ragazze sulla strada, le comunità che offrono protezione e alloggio a quelle che abbandonano il racket, le cooperative che danno loro un’alternativa lavorativa. Una “filiera di solidarietà”: unità mobili, appartamenti, laboratori artigianali, grazie alla quale oggi molte donne hanno ritrovato il coraggio di tornare libere. La rete di solidarietà, inoltre, offre sostegno e aiuto anche a donne vittime di abusi e maltrattamenti.

Partecipare alla campagna “Non più vittime” è semplice. In questi giorni le parrocchie stanno distribuendo i sacchi con i loghi della Caritas. Sarà sufficiente riempirli e portarli nei luoghi indicati, entro la data stabilita. Per favorire la raccolta, quest’anno è stata data la possibilità ai singoli cittadini di contribuire anche direttamente. Il giorno della raccolta, il 9 maggio – e solo quel giorno – se la propria parrocchia non ha aderito all’iniziativa, si potranno consegnare i vestiti alle squadre di volontari presenti nei centri di smistamento, presso le stazioni ferroviarie o nelle piazzole container più vicine (la mappa è disponibile sul sito www.caritas.it).

Come Caritas aiuta le donne vittime di violenza
In base all’articolo 18 del Testo Unico sull’immigrazione, le donne costrette a prostituirsi ottengono un permesso di soggiorno se denunciano i propri sfruttatori o accettano un percorso di recupero sociale. Grazie a questo articolo, introdotto undici anni fa, Caritas Ambrosiana ha potuto sviluppare una vera e propria filiera di solidarietà. La filiera è composta da 8 unità di strada e 11 strutture di ospitalità tra appartamenti e comunità di accoglienza. Altre 8 strutture sono dedicate alle donne maltrattate. Il sistema, o “filiera” funziona grazie all’impegno di moltissimi volontari e operatori. Quasi tutte le donne che hanno partecipato ai percorsi di ospitalità hanno denunciato i propri sfruttatori.

Lo scorso anno, la raccolta diocesana degli indumenti usati ha coinvolto 600 parrocchie (circa il 50% delle comunità della Diocesi di Milano) e 3mila volontari. Questo impegno corale ha consentito di recuperare e riciclare circa 700mila chili di filato. Il ricavato dell’attività di riciclo ha permesso di ospitare italiani e stranieri sfrattati, di aiutare ragazze madri senza casa e lavoro, di sostenere famiglie povere durante la malattia dei propri cari. Gli abiti gettati via, insomma, si sono trasformati in una chance per chi pensava di essere arrivato al capolinea.


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