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CAMPAGNE. Arriva in Italia «Educazione per tutti»

La presentazione oggi a Roma

di Gabriella Meroni

Una pagella con molte insufficienze. È quella che la Campagna Globale per l’Educazione ha assegnato all’Italia nel 2008. Come può il nostro paese, prossimo presidente del G8, rilanciare il suo impegno per il diritto all’universale all’educazione? A questo e ad altri interrogativi cerca di dare una risposta la tavola rotonda “Educazione globale: i compiti per l’Italia nel 2009”, organizzata oggi in occasione del lancio in Italia della Campagna Globale per l’Educazione” (CGE).

Presente in più di 48 paesi, la CGE riunisce in Italia FLC CGIL, ActionAid, Mani Tese, Save the Children, Ucodep e Oxfam International, cinque organizzazioni impegnate da anni affinché l’educazione diventi un diritto universale. Nata nel 1999, la CGE è un movimento della società civile a cui nel corso degli anni hanno aderito milioni di persone e migliaia di organizzazioni, per assicurare a tutti il diritto all’educazione e chiedere ai governi dei paesi industrializzati di mantenere le loro promesse.

La CGE si costituisce in Italia in un momento cruciale. Il prossimo anno, infatti, il nostro paese avrà la presidenza del G8, il vertice tra gli otto paesi più industrializzati del mondo, che si avvia con ogni probabilità ad essere riformato per dare più voce ai paesi emergenti e in via di sviluppo. Nel 2009, l’Italia avrà inoltre la presidenza dell’iniziativa internazionale Education For All – Fast Track Iniziative, partnership internazionale lanciata nel 2002 per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio riguardanti l’educazione. Su quest’iniziativa, il nostro paese sarà chiamato nel prossimo anno a presentare una valutazione.

Il giudizio della CGE sull’Italia è contenuto nel “Global School Report: No excuses!” del 2008, il rapporto che valuta l’impegno dei paesi per assicurare il diritto di tutti all’educazione. Al nostro paese sono assegnate due insufficienze gravi per il finanziamento dell’istruzione primaria e per l’impegno a favore della Fast Track Initiative. Insufficiente anche l’impegno dell’Italia nel raggiungere il livello di Aiuto Pubblico allo Sviluppo stabilito a livello internazionale e nel fornire aiuti di elevata qualità per l’educazione. L’Italia spunta la sufficienza solo per l’aiuto ai paesi poveri dove le donne hanno maggiori difficoltà per accedere all’educazione e risulta al 19° posto nella classifica dei donatori, con un punteggio totale di 26 su 100.

Educazione: la chiave per lo sviluppo
La strada per uscire dalla povertà passa dall’educazione. Frequentare un solo anno di scuola primaria, significa poter percepire un salario maggiore da adulti, con un incremento che va dal 5 al 15%. La scuola è dunque la chiave per lo sviluppo di un paese. Tuttavia, nel mondo, per 75 milioni di bambini la scuola è solo un miraggio, mentre ben 774 milioni di adulti non hanno potuto frequentarla. Dei bambini esclusi dalla scuola, un terzo sono disabili; il 60% sono di sesso femminile; quasi 250 milioni sono costretti a lavorare per aiutare le loro famiglie; metà parlano in famiglia una lingua diversa da quella insegnata in classe. Nei paesi che hanno conosciuto una crescita economica continua e rapida, almeno il 40% della popolazione era alfabetizzata. Al di sotto di questa soglia, lo sviluppo economico diventa irrealizzabile.

L’educazione e l’istruzione sono inoltre essenziali per migliorare le condizioni di salute, fermare il diffondersi del virus dell’AIDS e permettere alla famiglie di rispondere meglio alle malattie. Si stima che se ogni bambino potesse frequentare una scuola, si potrebbero evitare 7 milioni di nuovi casi di Aids nel prossimo decennio. Un bambino nato da una mamma alfabetizzata ha inoltre il 50% in più di probabilità di superare i cinque anni di vita. Ma l’educazione non è solo sviluppo economico. E’ un diritto umano che dovrebbe essere assicurato a tutti senza eccezioni. Per raggiungere questo obiettivo, sono necessari 18 milioni di nuovi insegnanti entro il 2015. Un traguardo realizzabile solo se i paesi industrializzati daranno il loro indispensabile contributo.


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