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Campagna Onu: vogliamo incontrare i candidati alle elezioni
La campagna per gli obiettivi del millennio chiede un incontro ai candidati premier alle elezioni italiane per verificare l'impegno a sostenere gli impegni per la lotta alla povertà.
di Redazione
La responsabile europea della Campagna per il Millennio delle Nazioni Unite, Marina Ponti, chiederà un incontro con i candidati premier alle elezioni italiane del prossimo aprile per verificare l’impegno a sostenere gli obiettivi della lotta alla povertà nel mondo, perché l’Italia è uno degli ultimi paesi europei per aiuti.
“Chiederemo degli incontri (ai candidati), chiederemo che questi impegni vengano inseriti nei programmi”, ha spiegato alla Reuters Ponti, 37 anni, che è anche vice direttore globale dell’iniziativa Onu destinata a dimezzare entro il 2015 nel mondo la percentuale di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno.
“Insieme ai nostri partner, che sono le organizzazioni della società civile, i movimenti, gli enti locali, i mezzi d’informazione? abbiamo pensato di utilizzare questa campagna elettorale, come facciamo in altri paesi, per far sì che gli obiettivi di sviluppo, che la cooperazione, con l’impiego di risorse maggiori e con una migliore efficacia, siano contenuti nelle piattaforme politiche”.
“Per noi sarebbe importante dal punto di vista simbolico e politico impegnare i candidati premier — ha detto ancora la dirigente dell’Onu, che ha già guidato quattro campagne nazionali, tra cui quella italiana — Anche se in Italia c’è, rispetto ad altri paesi europei, un gap molto grande tra i programmi politici e la loro realizzazione”.
Nonostante gli impegni assunti sia in sede Onu che nell’Unione europea, l’Italia contribuisce soltanto con lo 0,19% del proprio Prodotto interno lordo all’aiuto pubblico allo sviluppo, rispetto allo 0,33% indicato dalla Ue e allo 0,7%, obiettivo fissato globalmente per il 2015.
E proprio questa, spiega Ponti, è tra le ragioni principali della scelta di aprire qui la sede europea della Campagna, presso la sede della Fao: “L’idea di voler aprire a Roma ha anche il significato di voler dare una spinta particolarmente forte all’Italia”.
Quello italiano è un paradosso, per l’Onu: “L’Italia è un paese fortissimo, dalla vivacità fortissima della società. Ma nonostante questi segnali, c’è uno stacco molto forte tra i cittadini, la società civile e quel che il governo fa”.
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