Non profit

Campagna 185. La battaglia si sposta al Senato

Il 26 giugno la Camera ha dato il via libera alla ratifica del disegno di legge 1927 che prevede modifiche sostanziali alla legge 185 sul controllo della vendita di armi.

di Benedetta Verrini

Si è concluso nel primo ramo del Parlamento il lungo cammino del disegno di legge di ratifica dell?Accordo di Farnborough, il provvedimento che minaccia l?integrità della legge 185 e dei controlli sull?export di armi. Le richieste della campagna ?Contro i mercanti di armi? sono state disattese in alcuni punti cruciali: per questo motivo, le associazioni raccomandano di mantenere alta l?attenzione. E in attesa di seguire il passaggio al Senato, abbiamo chiesto a Francesco Terreri, collaboratore dell?Osservatorio sul commercio di armi, di analizzare i punti critici del testo uscito dalla Camera. Il 26 giugno scorso la Camera ha dato il via libera, con 220 sì e 107 no, al ddl 1927 (dal titolo ?Ratifica ed esecuzione dell?Accordo quadro tra Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Regno Unito, relativo alle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività dell?industria europea per la difesa, fatto a Farnborough il 27 luglio 2000?). Il provvedimento prevede pesanti modifiche alla legge 185/90, che attualmente regola il commercio di armi garantendo trasparenza e controllo democratico da parte del parlamento sul dettaglio della produzione e sulle destinazioni finali. Il nucleo critico del provvedimento ruota intorno all?istituzione di una ?licenza globale di progetto? che consente alle imprese private produttrici di armi di sottrarsi alle verifiche imposte dalla 185. Oggetto di un?intensa campagna di pressione da parte della società civile (oltre 65mila le firme raccolte in poche settimane sia da Vita che da tutte le organizzazioni aderenti), ora il provvedimento è una svolta critica. È passato al Senato (ancora da assegnare, rubricato come S.1547), con alcuni emendamenti, giudicati ancora del tutto insufficienti a garantire trasparenza e un?esportazione ?controllata? degli armamenti. «La forza della campagna è stata quella di riuscire a presentare proposte puntuali, oltre che sensibilizzare l?opinione pubblica. In questo modo gli interlocutori politici sono stati costretti a valorizzare la questione della trasparenza», spiega Terreri. Uno degli aspetti più preoccupanti del testo in discussione, infatti, era l?ambiguità: «uno stesso passaggio era interpretato in un modo o nel suo opposto a seconda degli interlocutori politici», continua. «Nel testo uscito alla Camera è stato almeno inserito che la Relazione annuale al Parlamento, prevista dalla legge 185, dovrà parlare delle licenze globali di progetto. Inoltre, secondo un altro emendamento accolto nell?art. 3, i titolari di tali licenze dovranno fornire ulteriori informazioni al ministero degli Esteri». Sui punti più delicati, d?altra parte, è stato posto un blocco, respingendo gli emendamenti proposti. «La vera novità di questa legge è la possibilità di coproduzioni di armi tra imprese private» dice Terreri. «Se le coproduzioni tra governi sono garantite da una buona trasparenza, quelle interindustriali, percentualmente sempre più frequenti, potranno sfuggire a ogni garanzia, in particolare sull?obbligo del certificato di uso finale, sulle informazioni relative al valore economico dell?operazione e sul versante dei movimenti finanziari». Sul Senato ora convergono le pressioni contrastanti dell?opinione pubblica, delle lobby armiere e dei Paesi partner, che attendono la ratifica italiana. 1999-2002: le tappe della legge 1990 Entra in vigore la legge 185, che introduce un sistema di controlli sull?export di armi. Le aziende produttrici italiane hanno il divieto di esportare verso Paesi che violano i diritti umani. Sono obbligate a comunicare al Tesoro tutte le transazioni commerciali. La legge impone anche una relazione annuale al Parlamento che ?fotografi? il giro d?affari delle armi italiane 2000 L?Italia ratifica un accordo internazionale (l. 348/2000) e aderisce all?Occar (Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti, istituita nel 1998). L?organizzazione ha capacità negoziale propria e non prevede criteri etici nella scelta degli Stati partner 2000 Nello stesso anno, il governo firma a Farnborough il ?Framework Agreement?, accordo che introduce una licenza globale di progetto, che alleggerisce tutti i controlli sulla produzione e il commercio di armi. È il ?colpo di grazia? alla legge 185. 2002 Alla Camera dei deputati parte la discussione sul ddl 1927, che contiene la ratifica dell?accordo di Farnborough. Il provvedimento viene licenziato dall?aula il 26 giugno. La parola passa al Senato.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.