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Campagna 185: Ddl 1927 al vaglio della Camera

Il Parlamento vota il ddl 1927 sul recepimento dell’Accordo Quadro sulla coproduzione bellica. Inseriti nel testo alcuni emendamenti proposti dall'opposizione e dalla campagna

di Barbara Fabiani

ROMA – Il disegno di legge 1927 sulla ratifica dell?accordo di Farnborough è in questo momento al vaglio della Camera (segui la seduta online in diretta) Quello che viene presentato in Aula è un testo arricchito di alcuni emendamenti proposti dall?opposizione e dalla Campagna ?Io difendo la 185?. L?ultima versione aggiornata dell?impianto del ddl 1927 è stato l?oggetto di un incontro, avvenuto questa mattina, tra alcuni parlamentari della Margherita, tra cui l?on. Castagnetti e l?on. Mattarella, e una delegazione di rappresentanti delle associazioni che sostengono la campagna. Gli emendamenti accolti dalla commissione riguardano i temi della trasparenza e della responsabilità degli Stati. Viene introdotto, come già nella 185, lo strumento della ?relazione sulle attività? che i titolari di licenza globale di progetto dovranno fornire; dettaglio importante è che tale relazione (sebbene le associazioni la vorrebbero maggiormente dettagliata) dovrà comprendere anche l?indicazione del ?destinatario finale?. Altro miglioramento rispetto ai limiti del primo progetto di legge, e tra i punti più a cuore alle associazioni, riguarda le possibili partnership tra Italia con altri stati Nato/Eu per i fini dell?Accordo Quadro, che dovranno comunque passare attraverso il meccanismo del Consensus, ovvero saranno condizionate ad accordi bilaterali autorizzati dal Parlamento. Queste le migliorie più significative che fanno del ddl 1927 oggi in discussione un progetto diverso, ma ancora perfettibile, rispetto a quello di pochi mesi fa. E? sufficiente? La campagna non ha intenzione di abbassare la guardia e spinge affinché anche altri emendamenti ritenuti importanti continuino ad essere discussi fin dentro l?Aula e in poi al Senato. Tra questi l?aggiunta dell?informazione del Valore economico globale delle operazioni di export; la definizione di meccanismi di controllo più dettagliati sia sulla trasparenza dei contratti sia rispetto alla capacità di rintracciare l?iter dei prodotti bellici dalla produzione al destinatario. Per quanto riguarda i diritti umani l?aggettivo ?gravi? continua a qualificare quelle azioni svolte da governi che pregiudicherebbero rapporti commerciali in armi, in compenso vengono estesi i criteri di individuazione di tali Stati: non solo quelli sotto embargo Onu ma anche quelli nella lista del Consiglio d?Europa. Resta in piedi anche la questione delle autorizzazioni e controlli sulle transazioni bancarie, difficili da proporre in consorzi trasnazionali. ?Al momento ci riteniamo moderatamente soddisfatti – commenta Tonio Dall?Olio portavoce della campagna- Restiamo contrari a qualsiasi tipo di liberalizzazione del commercio delle armi, ma se con questi emendamenti si sono ridotti dei gap che conducevano su quella via, non possiamo che esserne contenti. Ma non possiamo considerare la partita chiusa?.


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