Fino a 5 miliardi e mezzo di sterline. Sarebbe questa la reale portata dei mancati finanziamenti al settore non profit britannico decisi dal governo Cameron, almeno stando a un rapporto che doveva rimanere segreto ma che invece è stato reso pubblico dal ministro-ombra della Società civile del partito laburista, Gareth Thomas.
La relazione (che subito, nel tentativo di gettare acqua sul fuoco, è stata definita dal governo “fuorviante”), sarebbe stata redatta da Acevo ? l’associazione dei presidenti delle associazioni di volontariato, che ha scelto non commentare la vicenda ?, organismo incaricato di gestire un fondo da 100 milioni di sterline istituito dal governo proprio per sostenere le realtà del terzo settore che si trovano ad affrontare un periodo di difficoltà finanziaria. Secondo il rapporto, le 1.725 associazioni che si sono finora rivolte al fondo hanno dovuto far fronte a un calo medio del 45% rispetto alle entrate previste, proprio in conseguenza ai tagli imposti dal governo: si tratta di una perdita totale di oltre 520 milioni di sterline, che moltiplicati per l’intero settore non profit si traduce in una cifra che oscilla tra il miliardo e i 5,5 miliardi di sterline.
A queste documentatissime accuse il governo ha risposto sottolineando che i calcoli si basano sulla situazione delle organizzazioni che si sono rivolte al fondo salva-enti, ed è quindi improprio estendere le loro difficoltà a tutto il terzo settore. Molte associazioni, inoltre, avrebbero sovrastimato le perdite.
«La situazione è difficile, è vero, ed è per questo che abbiamo istituito il fondo di solidarietà», ha sottolineato un portavoce di Downing Street, «tuttavia, nonostante la maggioranza delle associazioni oggi conti solo su donazioni private, il budget del governo prevede che il settore non profit riceva 600 milioni di finanziamenti pubblici nel corso della legislatura».
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