Welfare

Cameron dice addio ai sert pubblici

Parte da Manchester la rivoluzione dei servizi per le tossicodipendenze: chiusi i 6 servizi pubblici

di Gabriella Meroni

È bufera nel Regno Unito per il progetto del governo Cameron di rivoluzionare il settore del contrasto alla tossicodipendenza, affidando i servizi di questo delicato settore al privato sociale ed esonerando in misura crescente gli enti pubblici e il servizio sanitario nazionale. Il caso è scoppiato a inizio giugno, quando un bando di gara per la gestione dei servizi sanitari destinati ai tossicodipendenti è stato vinto da un'organizzazione non profit nel nord dell'Inghilterra. Immediatamente si sono levate le proteste dei sindacati e dell'associazione nazionale che riunisce gli infermieri (il Royal College of Nursing), secondo i quali la decisione – avallata dal governo – di sospendere i programmi e i trattamenti gestiti dal servizio sanitario nazional, è dettata dall'esigenza di contenere i costi e si rivelerà nei fatti un boomerang, determinando licenziamenti di personale sanitario. Vero oppure no, sta di fatto che ormai 6 centri pubblici dedicati ai tossicodipendenti (simili ai nostri Sert) nell'area di Manchester sono stati chiusi.

"Si rischia l'estinzione del sistema sanitario pubblico", ha tuonato Clare Gerada, capo del Royal College of General Practitioners (l'associazione dei medici di famiglia), secondo la quale la prassi di affidare alcuni servizi sanitari a enti non profit tramite bandi di gara locali smantellerà la sanità inglese perché "rappresenta una virata unidirezionale a favore del volontariato. Portata avanti, tra l'altro, con crescente velocità".


Occorre dire che anche in Gran Bretagna, come del resto in Italia e in molti altri paesi, la pratica di esternalizzare alcuni servizi sociosanitari è ormai consolidata, come è di antica data la gestione di molti di questi servizi da parte del non profit. Il caso del Sert di Manchester, però, come sottolinea anche il Daily Mail che ha dedicato al caso un ampio servizio, è emblematico: qui circa 2500 tossicodipendenti abituati a rivolgersi ai servizi pubblici saranno presi in carico per la prima volta da tre charities  (Crime Reduction Initiatives, Lifeline and Addiction Dependency Solutions). E mentre il governo, ma soprattutto il ministro della Sanità Andrew Lansley, plaude alla "sana concorrenza" tra pubblico e privato, i rappresentanti dei medici storcono il naso e temono che in questo modo il servizio sanitario verrà poco a poco svuotato delle proprie competenze e perderà figure professionali chiave in nome di un solo obiettivo: tagliare i costi.
E le charities? Mark Moody, direttore di Crime Reduction Initiatives – una delle organizzazioni coinvolte nel caso Manchester – dice di "comprendere le preoccupazioni" di chi assiste a una rivoluzione così profonda nei servizi, ma si dice anche "assolutamente certo che la qualità del nostro lavoro sarà uguale, se non superiore, a quella fornita dal servizio sanitario pubblico". Secondo Moody il governo non è a caccia di risparmi a tutti i costi, anzi: "Tutti sanno che abbiamo a che fare quotidianamente con oltre 30mila tossicodipendenti in tutto il paese, la nostra esperienza è enorme. Il cambiamento è necessario, e averne paura è un errore". Il rischio, semmai, potrebbe essere un altro: come messo in luce da un altro esperto interpellato dal Daily Mail, Tom Woodcock (direttore dei servizi antidroga del Lancashire), occorre evitare che delle dispute tra pubblico e privato sociale non si approfitti il privato profit, che si sta già attrezzando con agenzie di servizi a pagamento votate al profitto puro, e che stanno aspettando solo il momento opportuno per gettarsi a capofitto in un mercato che reputano ghiotto.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.