Non profit

Camera di Commercio di Milano: aumentano le slot, ma chiudono gli esercizi commerciali

Un'indagine della Camera di Commercio di Milano fotografa un paradosso tutto italiano: calano del 15,9% le attività commerciali esclusivamente legate all'azzardo, ma aumentano del 25% le slot sui territori. A fronte di un giro d'affari di 84,4 miliardi di euro l'anno, l'azzardo legale italiano ha minato il tessuto commerciale e la microeconomia del Paese

di Marco Dotti

L'azzardo non fa impresa. Lo dimostra una ricerca della Camera di Commercio di Milano che, comparando i dati del registro delle imprese nel primo trimestre del 2014 e del 2015, ha evidenziato come le attività commerciali che traggono profitto dall'azzardo legale sarebbero calate del 15,9%.

Questo dato, però, necessità di una lettura controintuitiva. In altre parole, non va letto come una riduzione tout court dell'offerta di azzardo legale sui territori. Al contrario, questa offerta è in crescita e le imprese che chiudono battenti sono soprattutto strutture – come le ricevitorie del lotto – che da tempo hanno perso terreno rispetto alle "innovazioni" dell'azzardo di massa, sempre più legato a videotermimali multifunzione e a esercizi multi-licenza.

Come si spiega tutto questo? Semplice:

la ricerca della Camera di Commercio di Milano prende in considerazione solo le imprese che hanno la propria attività economica prevalente legata al gambling, ma il tessuto dell'azzardo legale italiano -la sua geografia e tipologia economica – è composto in prevalenza da attività commerciali che, pur "erogando" azzardo, risultano avere un'attività economica prevalente ancora formalmente legata ad altre tipologie, come ad esempio, nel caso dei bar, la somministrazione di cibi e bevande.

Facciamo un esempio: per l'esercizio di un bar serve una licenza o una autorizzazione per la somministrazione di cibo e bevande. Una volta ottenuta l'autorizzazione, espletato l'iter burocratico e avviata l'attività, si potranno installare nel bar le "macchinette". Il bar si troverà con tutta probabilità ad avereun'attività economica prevalente ben diversa da quella iniziale – ossia trarrà la maggior parte degli incassi dalle slot – ma non vedrà cambiata la propria tipologia commerciale.

Ecco allora spiegato un paradosso, evidente ma assolutamente "logico" che emerge dallo studio della Camera di Commercio di Milano.

mentre le imprese commerciali legate all'esclusiva offerta del'azzardo sono calate del 15,9% sul territorio nazionale e del 21,7% su quello della Lombardia,

è aumentata del 24,8% la presenza sullo stesso territorio lombardo di apparecchi che consentono vincite in denaro.

In sostanza, meno imprese e più slot. A chiudere battenti, quindi, sono ricevitorie del lotto e poco altro. Ma la "gestione di apparecchi a moneta o a gettone" – eufemismo che già in sé è rivelatore – continua la sua corsa.

Resta così lombarda 1 impresa su 8 del settore dell'azzardo in Italia (in percentuale, il 12,8%), il che conferma che la regolamentazione e il contrasto dell'azzardo non possono prescindere dai territori e che siamo solo all'inizio di una marcia lunga e faticosa.

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