Famiglia

Cambogia, la musica salva le prostitute bambine

Paolo Belli e altri artisti hanno fondato Rock no War.

di Antonietta Nembri

Una casa per ex bambine prostitute in Cambogia, a pochi chilometri da uno dei luoghi più belli e affascinanti di questo Paese asiatico: i templi di Angkor. Costruzioni Khmer realizzate tra il IX e il XIV secolo che sono per l?Unesco tra i patrimoni dell?umanità. E anche questo centro dovrebbe essere considerato un patrimonio dell?umanità, dell?umanità che non accetta che una bambina diventi, grazie alla complicità dei suoi compatrioti, un gioco sessuale nelle mani dei ricchi turisti. Il centro è una delle ultime realizzazioni dell?associazione modenese Rock No War onlus e dell?Ecpat, onlus internazionale che si occupa della lotta alla prostituzione e al traffico di minori.
Rock No War è un?associazione che nasce ufficialmente sei anni fa, ma la sua esistenza era già in nuce nel 1995 quando uno dei suoi esponenti, il cantante modenese Paolo Belli, proprio a metà degli anni 90 fu tra i promotori del concerto intitolato appunto Rock No War a favore delle popolazioni della ex Jugoslavia. Negli anni il sodalizio ha sostenuto diverse iniziative nel mondo: dall?America Latina, all?Africa e ora in Estremo Oriente.
Il centro di Angkor potrà ospitare fino a 100 ragazze che rimarranno lì per circa nove mesi durante i quali riceveranno supporto psicologico e sanitario (nell?area il numero dei sieropositivi è in continua crescita) e impareranno anche un mestiere grazie a corsi di sartoria, cucina e parrucchiera. Al termine, riceveranno un microcredito per aprire un?attività autonoma. Il centro, la cui costruzione costa circa 120mila dollari, sarà gestito da una ong locale, l?Afesip – Agir pour les femmes en situation précaire, la cui fondatrice è Somaly Mam, lei stessa ex bambina dei bordelli cambogiani. Una trentina tra operatori e operatrici impegnati ad assistere le ragazze tra i 16 e i 20 anni provenienti dai bordelli di Cambogia, Thailandia e Malesia. Il 35% delle prostitute cambogiane ha meno di 17 anni, e il 43% di esse sono sieropositive. Le cause di questa situazione sono ancora una volta povertà e mancanza di istruzione: a volte sono le stesse famiglie a ?vendere? i propri bambini alle organizzazioni, illudendosi di garantire loro un avvenire migliore, ma la drammatica realtà è un?altra: in Cambogia con meno di 200 dollari si può fare di tutto a una bambina o a un bambino. Bastano una manciata di soldi per far morire un ?fiore?.
Ed è proprio per dare una speranza a questi fiori che va l?impegno della onlus che «si propone di perseguire esclusivamente finalità di solidarietà civile, sociale e culturale a beneficio delle persone svantaggiate in ragione di condizioni fisiche psichiche, economiche e familiari, ovvero a componenti di collettività esterne», come si legge nello statuto. Tra gli scopi, oltre a fornire aiuti di emergenza e di sviluppo e cooperazione vi è anche la promozione di una cultura di pace e la promozione delle adozioni a distanza. E il mondo dell?arte e dello sport risponde all?appello di Rock No War divenendo testimonial delle azioni di solidarietà, come fanno i Pooh che, con il cabarettista Fantoni, sostengono i progetti dell?associazione, quali la scuola per bambini in Nicaragua o la casa per lebbrosi in Etiopia. E con il mondo dello spettacolo c?è anche quello dello sport con Kart no war.

Rock no War onlus
via Farini 4 Formigine (MO)

ROCK NO WAR!
Tra i fondatori, Paolo Belli
Progetti in corso in: Nicaragua, Benin, Cambogia, Romania, Cile, Etiopia

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