Formazione

Cambogia: asilo, salvo bimbo italiano

L' incubo dei piccoli ostaggi, che e' durato sei ore, si e' concluso quando i rapitori hanno cercato di abbandonare l' asilo nel quale si erano barricati con i bambini

di Redazione

Un bimbo canadese e’ morto oggi in una sparatoria tra la polizia e un gruppo di giovanissimi criminali che, a Siem Reap, in Cambogia, avevano sequestrato ventinove bambini, tra cui l’ italiano Paco Rusconi, che e’ rimasto illeso. Nella sparatoria due dei sei rapitori sono stati uccisi. L’ incubo dei piccoli ostaggi, che e’ durato sei ore, si e’ concluso quando i rapitori hanno cercato di abbandonare l’ asilo nel quale si erano barricati con i bambini, costringendo la polizia cambogiana ad intervenire. Le motivazioni dei sequestratori non sono chiare. Le autorita’ cambogiane affermano che l’ ipotesi di un attacco terroristico non e’ stata esclusa. Tutto sembra, pero’, indicare che si tratta di criminali comuni. Il dramma e’ iniziato alle nove di mattina locali, quando sei uomini mascherati ed armati sono entrati nella Siem Reap International School, frequentata dai figli degli stranieri che lavorano in maggioranza nell’ industria turistica fiorente a Siem Reap, la ”porta” dalla quale di accede al complesso di templi di Angkor Wat. L’ ambasciatore italiano in Thailandia, Ignazio Di Pace, responsabile anche per la Cambogia, ha seguito tutta la vicenda minuto per minuto al telefono con Oliviero Rusconi, il padre del piccolo Paco e cosi’ ha ricostruito gli avvenimenti: ”i rapitori hanno chiesto 30mila dollari, che gli sono stati dati, ed un pulmino, che gli e’ stato dato. Invece le autorita’ cambogiane hanno rifiutato di consegnarli, come chiedevano, una grande quantita’ di armi. Dove pensassero di andare veramente non lo so dire, mi sembra che questo confermi che si tratta di criminali comuni e anche piuttosto sprovveduti”. Ad un certo punto – secondo il racconto dell’ ambasciatore – si sono sentiti dei colpi di arma fuoco, e i rapitori si sono spaventati. Hanno preso il pulmino e hanno cercato di uscire, forzando il blocco della polizia. Sono stati circondanti dagli agenti e Rusconi, con altri genitori, si e’ gettato sul pulmino per cercare di salvare il figlio. ”E’ stato fortunato, purtroppo uno dei genitori non lo e’ stato”, commenta Di Pace. Georges Dellamagne, un medico francese che lavora in un vicino ospedale, ha raccontato di aver visto due dei rapitori che cercavano di uscire dal retro della scuola. I due sarebbero stati uccisi dai poliziotti che si stavano avvicinando, probabilmente per operare un blitz. Le autorita’ thailandesi affermano che tutti i rapitori sono giovani intorno ai 20 anni. Secondo alcuni testimoni sarebbero guardie private che avrebbero dovuto garantire la sicurezza dei bambini. Siem Reap e’ un piccolo centro al confine con la Thailandia ed e’ stato per anni una base degli ”khmer rossi” di Pol Pot, autori di un genocidio nel quale sono stati uccisi almeno 1,7 milioni di cambogiani. Con la pacificazione del Paese, grazie alla vicinanza dell’ antico complesso di templi di Angkor Wat, la cittadina ha conosciuto un forte sviluppo. La Siem Reap International School e’ frequentata da bambini provenienti da Italia, Usa, Irlanda, Regno Unito, Australia, Singapore, Taiwan, Canada, Corea, Giappone, Svizzera, Indonesia, India e Filippine. L’ Unita’ di crisi della Farnesina e’ stata attivata dal ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, appena si e’ avuta la notizia della presenza tra gli ostaggi di un bambino italiano. L’ ambasciatore Di Pace afferma di aver annullato il suo previsto viaggio sul luogo appena saputo che Paco era in salvo, tra le braccia del padre. ”Per fortuna – ha detto – la mia presenza non e’ piu’ necessaria”.


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