Politica

Cambieremo la legge insieme, ma noi non siamo un bancomat

Dalla riunione di Comitato Editoriale di VITA: il non profit interroga, il sottosegretario Cristina De Luca risponde

di Redazione

Siamo profondamente decisi a fare uno sforzo a tutto campo per ritornare all?essenza del servizio civile. Altrimenti vedo il rischio che finisca per interessare solo il Meridione in qualità di surrogato occupazionale. Il pericolo è di perdere il Nord del Paese. Bisogna quindi rivedere la materia dal punto di vista gestionale, politico, ma anche culturale. L?idea è di avviare una riflessione seria, con l?aiuto di università e centri studio, basata su una ricerca approfondita su che cosa ci sia realmente dietro l?attività di servizio civile.

  • Vengo della vecchia guardia. Rimango convinta che parlando di volontariato sia necessaria una certa dose di rigore. Non sono molto sensibile alle recriminazioni sugli orari o sulla paga mensile. Nel momento che uno sceglie questa strada, deve andare fino in fondo. Il volontariato è qualcosa di diverso dalla rivendicazione sindacale.
  • I progetti. l’ufficio nazionale ha avviato una revisione del personale per affrontare il grande tema del monitoraggio, delle valutazioni e delle ispezioni. Sappiamo perfettamente che esistono situazioni che non funzionano, ma sappiamo anche che di molte altre non ne siamo a conoscenza. Invito quindi le associazioni a segnalarmi i casi critici. Fino ad ora le ispezioni, avviate unicamente su segnalazione, hanno funzionato solo sul versante amministrativo. L?indicazione politica che è stata consegnata all?Ufficio nazionale è che noi vogliamo un rafforzamento dei monitoraggi sui progetti. Ma che questi non possano ridursi a un semplice esame delle carte. Per centrare l?obiettivo stiamo procedendo alla formazione del personale interno. Purtroppo, lo dico perché a me piacerebbe coinvolgere professionalità esterne, siamo per legge tenuti a servirci degli addetti della pubblica amministrazione.
  • Concludo con le Regioni. A noi non va di fare il bancomat. Pensiamo a un percorso che non solo aiuti le Regioni più in difficoltà, in modo da evitare sperequazioni fra chi vanta più capacità organizzative e finanziarie e chi meno, ma anche per non ritrovarci con leggi che siano troppo discordanti le une dalle altre. Registriamo inoltre una richiesta molto forte di volontari da parte di altri ministeri, per esempio Interno e Istruzione. Io non sono aliena a questa ipotesi, a patto che partecipino al finanziamento del servizio civile. Quanto alle priorità per alcuni ambiti, sono aperta a tutto. Discutiamone. Siamo qui per pensare a una riforma condivisa della legge istitutiva. Il tavolo è aperto.

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