Economia

Cambiare bancaper batterela logica del cartello

Intervista

di Redazione

Le acque della concorrenza avevano appena cominciato a incresparsi, quando sulle coste dello Stivale è arrivata la bonaccia del decreto mutui. Che rende fioca ogni competizione ed è addirittura «collusivo», «un vero e proprio cartello», rispetto al quale, spiega Angelo Baglioni, docente della Cattolica milanese, «ci si aspettava dall’Antitrust una presa di posizione. È venuta, ma piuttosto deludente…».
Consumers’ Magazine: Cosa non le piace dell’accordo?
Angelo Baglioni: C’è un aspetto positivo, un vantaggio immediato, la riduzione della rata, ma ad esso si contrappone il negativo allungamento, per di più incerto, del debito. Con un aumento conseguente dell’incertezza da parte del mutuatario.CM: Insomma, non è una conquista.
Baglioni: Al contrario. Non è un accordo particolarmente favorevole. Certo è stato annunciato come un modo per venire incontro alle esigenze delle famiglie. Si era lasciato intendere che il ministro Tremonti fosse riuscito a strappare una qualche forma di agevolazione. In realtà le banche concedono una dilazione onerosa: sulla parte dilazionata di interessi, maturano altri interessi. Aggiungo che ha un impatto anticoncorrenziale.CM: Cioè?
Baglioni: Di fronte alla possibilità dei mutuatari di cambiare banca per strappare condizioni più vantaggiose, tramite la portabilità e con l’obbligo per il vecchio istituto di consentire il trasferimento senza oneri, il sistema bancario ha reagito: questa convenzione, realizzata addirittura su iniziativa di Tremonti, si configura come un accordo collusivo, un cartello. In sostanza, gli istituti che aderiranno alla convenzione, e il ministro farà una moral suasion perché il maggior numero di banche lo faccia, proporranno ai loro clienti offerte fotocopia: una eguale proposta di rinegoziazione del contratto. Se non è un cartello questo…CM: In Italia avremmo un’Autitrust…
Baglioni: Antonio Catricalà, che la presiede, ha preso una posizione d’approvazione. Il provvedimento è giudicato con favore perché in qualche maniera porta a qualche agevolazione. Si sottolinea però che non dovrebbe compromettere la concorrenza… Una presa di posizione che definirei “morbida”CM: È generoso… Da mesi le banche non consentono l’applicazione del decreto Bersani.
Baglioni: Per quanto riguarda le liberalizzazioni, l’Antitrust ha avviato un’indagine conoscitiva. Rispetto all’accordo attuale ci si poteva, in effetti, aspettare una posizione più dura. Quella assunta è piuttosto deludente.CM: Perché l’Ue non interviene?
Baglioni: I confini fra Antitrust nazionali ed europee non sono nettissimi. Non escludo che una qualche presa di posizione possa emergere più avanti. Ma probabilmente la competenza in questo caso è nazionale. Diverso il caso dell’Alitalia. CM: Che consiglio darebbe a chi ha un mutuo divenuto troppo pesante?
Baglioni: La cosa migliore è andare da un’altra banca. Cambiare è la cosa migliore per spuntare condizioni più favorevoli. Aderire a questa convenzione, sinceramente, non mi sembra molto conveniente. È l’ultima spiaggia e può essere una soluzione per chi è con l’acqua alla gola. CM: I tassi aumenteranno…
Baglioni: In questo momento è chiaro che conviene sostituire un variabile con un fisso. Resta il fatto che la convenzione proposta dall’Abi è onerosa. CM: l rapporto banca/consumatori è appannato…
Baglioni: Le banche hanno cercato di usare questo accordo in chiave positiva: hanno detto che era un modo per venire incontro alle famiglie e contribuire allo sviluppo del paese. Visto che per il consumatore può esserci un vantaggio immediato (a fronte degli svantaggi di cui si diceva), hanno calcato molto la comunicazione su questo aspetto. CM: Insomma, puro marketing…
Baglioni: Il governo Prodi con il decreto Bersani aveva fatto un passo verso la concorrenza. Questo accordo va esattamente nella direzione opposta.


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