Salute
Calo donazioni, Avis: fondamentale incrementare il personale sanitario
I recenti dati preoccupano in particolare in merito al plasma, inferiore persino rispetto all’anno della pandemia. Il presidente Gianpietro Briola: «Il personale sanitario va necessariamente incrementato. Mai come oggi occorre accelerare l’iter per l’impiego degli specializzandi in Medicina nei centri trasfusionali»
di Redazione
L’Italia è sempre più lontana dall’autosufficienza da plasma e farmaci plasmaderivati. I dati pubblicati recentemente relativi al 2022 parlano chiaro: oltre a non aver centrato l’obiettivo previsto, la raccolta è addirittura andata peggio dell’anno segnato dalla pandemia da Covid-19. In calo anche quella dei globuli rossi, nonostante in questo ambito il nostro Paese sia già da qualche anno autosufficiente.
Una situazione che genera preoccupazione e che, come dichiara il presidente di Avis Nazionale, Gianpietro Briola, «mette a repentaglio la nostra autonomia nel campo dei farmaci plasmaderivati e, soprattutto, le scorte e le terapie salvavita per i pazienti cronici. Se i dati sulla raccolta sono in calo, oltre che nei problemi organizzativi generati dall’emergenza pandemica, le cause sono da ricercare anche nelle difficoltà con cui da tempo i centri trasfusionali devono fare i conti in termini di carenza di personale sanitario».
Un tema, quest’ultimo, sul quale l’Associazione si era già da tempo attivata, accogliendo con soddisfazione la possibilità – sancita dal c.d. Decreto Sostegni-ter di permettere agli specializzandi di prestare attività di volontariato nei centri di raccolta. «Per questo, da un lato, auspichiamo che le Regioni recepiscano la nuova convenzione Stato-Regioni così da adeguare le tariffe di rimborso per la raccolta di emocomponenti e, dall’altro, che venga approvato in tempi brevi il Regolamento che costituisce l'unica opportunità per consentire ai medici specializzandi».
Come sottolinea il presidente Briola, «a distanza di quasi un anno dall’approvazione del provvedimento, il Ministero della Salute non ha ancora emanato il regolamento necessario per applicare la norma. I numeri attuali ci dicono che sia l’impegno costante delle associazioni di volontariato in campagne di promozione e di sensibilizzazione e sia quello dei donatori nuovi e periodici non bastano per garantire l’autosufficienza nazionale di plasma e farmaci plasmaderivati. Per centrare questo obiettivo è necessaria un’azione efficace anche da parte delle istituzioni che, come in molte altre occasioni in precedenza, hanno dimostrato molta attenzione verso un sistema strategico come quello trasfusionale. È per questo che auspichiamo l’approvazione in tempi brevi del Regolamento che costituisce l’unica opportunità per consentire ai medici specializzandi di fornire il proprio supporto alla raccolta di sangue ed emocomponenti. Noi come sempre siamo e saremo disponibili al dialogo e alla collaborazione nell’individuare le strade migliori da intraprendere insieme per tutelare il diritto alla salute di ciascuno».
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