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California: sulla pena di morte si va a referendum
Approvata la proposta firmata da mezzo milione di cittadini. Il voto in concomitanza con le presidenziali di novembre
di Redazione
In California il futuro del boia dipenderà da un referendum. Gli elettori californiani, infatti, saranno chiamati il prossimo novembre, quando dovranno votare per Casa Bianca e Congresso, ad esprimersi sull’abolizione della pena di morte. È stata approvata la proposta di referendum, firmata da oltre mezzo milione di cittadini, che, se passerà, farà della California il 18esimo stato americano senza la pena capitale.
Negli ultimi cinque anni sono stati cinque gli stati che hanno abolito la pena di morte, e presto anche il Connecticut si unirà al gruppo. L’abolizione nella California, dove negli ultimi 23 anni sono stati messi a morte 13 detenuti, avrebbe effetto immediato sugli oltre 700 condannati attualmente detenuti nel braccio della morte che vedrebbero commutata la pena capitale in ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.
Oltre agli argomenti umanitari, e le preoccupazioni giuridiche riguardo alla possibilità di errori giudiziari, negli ultimi tempi si sono diffusi, anche tra i conservatori californiani, dubbi riguardo al sistema delle esecuzioni legati alla questione economica.
La presenza nel fronte dei sostenitori del referendum di queste voci che non rappresentano il tradizionale gruppo degli abolizionisti danno buone speranze ai sostenitori della misura che ben sanno come storicamente gli elettori della California, stato che incarna la contraddizione di una grande presenza liberal nelle città ed una, altrettanto tenace, di repubblicani dei suburbia, abbiano sempre votato in favore della pena di morte.
«Il popolo della California ha regolarmente votato in favore della pena di morte, ma certo siamo preoccupati», ha dichiarato al Los Angeles Times, Kent Scheidegger, direttore della Criminal Justice Legal Foundation, che sostiene la pena di morte ma teme che sarà difficile raccogliere fondi per la campagna contro il referendum.
Uno degli argomenti che la fondazione intende usare è la richiesta di cambiare la procedura che impone ora l’uso di tre diverse sostanze per l’esecuzione, il cosiddetto cocktail, per una sola sostanza letale per le iniezioni, mettendo così fine alla disputa legale che da sei anni blocca le esecuzioni, da quando un giudice federale le ha bloccate citando il rischio di sofferenze eccessive inflitte al condannato iniettando il cocktail letale.
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